Violenza


Oggi è la giornata internazionale contro la violenza di genere, io sono una donna fortunata, non ho mai dovuto difendermi da un compagno, marito, amante violento, la mia vita è stata felice, sono cresciuta in una famiglia armoniosa, in cui il rispetto era un principio inderogabile. Ma ho vissuto altre violenze, a volte mi ci sono trovata davanti con persone che conosco  coinvolte in episodi in cui il dubbio mi ha  fatto pensare, ma purtroppo non  mi ha fatto agire. Tempo fa in occasione della ricorrenza del 25 novembre ho scritto:

“Anna, nome di fantasia, l’ho conosciuta durante una villeggiatura al mare in campeggio. Una donna un po’ più vecchia di me, ma allegra e spensierata come una ragazzina.
In campeggio lei e il marito erano l’anima di tutte le feste, burlone lui, scherzosa lei, sempre pronti ad accogliere nella loro piazzola tutti gli amici e conoscenti.
Risate, chiacchiere, grandi bevute di vino sotto le stelle, poi ciascuno  sotto lo straccetto che ci faceva da tetto nelle notti estive. La mia tenda era proprio accanto alla loro, e dopo le prime giornate in cui si faceva più caso alla novità che che alla sostanza, qualcosa cominciò a rivelarsi ai miei occhi. Dopo che tutti si erano allontanati avevo cominciato a sentire strani rumori dalla tenda di Anna. Lui che dava ordini perentori: “Dammi questo, porta quell’altro, cosa fai cretina, vieni qui, non ti permettere…” poi bisbigli soffocati, di cui riuscivo solo a percepire: Piano, fai piano, non facciamoci sentire…” e spesso un pianto sommesso…  La mattina dopo lui era come sempre sorridente e scherzoso, lei a volte un po’ distratta, ma si riprendeva subito quando lui se la tirava vicino con complimenti del tipo: “La più bella donna della mia vita, se non avessi lei… ecc.”
Una mattina Anna uscì dalla tenda con un grosso livido che giustificò ridendo: “Nell’andare ai servizi stanotte sono inciampata in una radice che sporgeva, che stupida sono stata”. Non avevo l’autorità di intervenire, ero più giovane di lei, non ero abbastanza in confidenza per entrare nell’argomento, ma la cosa mi bruciava. Non ho mai saputo che cosa succedesse veramente in quella coppia, ma il dubbio mi è sempre rimasto. Ho fatto male a tacere? Sono stata complice di qualcosa di inconfessabile? Quanto avrà dovuto soffrire ancora Anna? Non l’ho mai saputo.”

Sono stata complice? Oggi ho saputo che l’uomo violento ora è morto, Anna è sopravvissuta, ma non per merito mio.


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