Viaggio in Islanda


29 luglio – 6 agosto 2017

Ecco, ha deciso, dopo tanto pensare, quest’anno non romperà le scatole a nessuno con il suo compleanno. Nascere alla fine di luglio non è stata una buona idea, ma è poco consolante pensare che non è stata una sua scelta. 29 luglio è una data del cazzo, in città non c’è mai nessuno, chi c’è sta per partire e non ha voglia di festeggiare con lei. Anche quando non era sola, anche se praticamente lo era, il suo ex marito d’estate era sempre in collegiale e tutto quello che le arrivava – se arrivava – era una telefonata con tanti bacetti nella cornetta.

Ma ora alla vigilia dei suoi 70 anni, ha detto basta. Il compleanno lo festeggerà da sola in viaggio così non disturberà nessuno, nemmeno suo figlio che, poverino, per amore filiale, da una vita si sacrifica anticipando o posticipando le partenze e gli arrivi delle sue vacanze.

Ha deciso e, non solo ha deciso, ha anche messo in pratica il suo proposito. È appena uscita dall’agenzia di viaggi  dove ha scelto il suo regalo per un traguardo tondo tondo con un sette davanti che per giunta ha sempre considerato il suo numero fortunato.

Ora non resta che attendere il giorno della partenza e godersi il viaggio. Andrà in Islanda, un paese che la incuriosisce e la affascina. Un paese sperduto in mezzo all’Oceano, diverso da tutto quello che conosce. 

Islanda perché, bastian contrario com’è, non vuole andare al caldo e al sole come tutti. Detesta i luoghi affollati, non ha mai sopportato le spiagge alla moda, non capisce chi va a Viareggio o Riccione, tanto per dirne due, nel mare ha sempre cercato al solitudine di spiagge deserte, calette riparate, fondali rocciosi e puliti. Andare in Islanda è un punto di rottura per due motivi, per la prima volta un viaggio organizzato e da sola. Dovrà farsi bastare la sua compagnia, non che non ci sia abituata, è tanto tempo che è sola che ormai ha fatto amicizia con se stessa e spesso diventa misogina e scostante quando si trova costretta a compagnie che le sono poco gradite.

Un po’ di ansia c’è, non può negarlo, ma è la solita ansia che la prende quando deve affrontare qualcosa di nuovo, sa che poi passa, quando si trova nel bel mezzo di quello che ha scelto di fare.

29 luglio, scoccano i 70, suo figlio si è offerto di accompagnarla al treno che la porterà a Milano e poi a Malpensa. La compagnia è quella islandese, si parte alle 23,40 il che vuol dire che passerà tutto il giorno tra stazioni e aeroporto. Non importa, è eccitata e curiosa, non è mai stata in un grande aeroporto, è tutto nuovo, i suoi ricordi di quando era partita per l’America sono svaniti, ora è tutto tecnologico, luccicante, lei ha il doppio degli anni e parecchi chili in più. Con la dieta ha smaltito un po’ di zavorra ma ancora c’è da fare. Anche questo è un viaggio che sta facendo in parallelo.

Salendo sull’aereo che la porta in 4 ore in un altro mondo il suo pensiero è a tutte le cose belle che potrà vedere, fare, toccare. Non si farà mancare niente, terrà costantemente gli occhi aperti e farà tante fotografie, perché tutto rimanga non solo nei suoi occhi, ma anche nei ricordi da rivedere una volta tornata a casa. Farà il giro di tutta l’isola, alloggiando in alberghi isolati circondati dal nulla, strade deserte, senza nessuna parvenza di vita. pecore, tante pecore e compagni di viaggio discreti e rispettosi come proprio ha sempre desiderato.

Panorami mozzafiato, mare azzurro e poi rocce nere, cieli tersi e prati verdissimi, un viaggio nel fiordo ad ammirare le balene, il bagno nelle acque caldissime di piscine all’aperto, geyser che sputano acque bollenti, cascate che appaiono all’improvviso decorate da arcobaleni, un deserto lunare in cui una seggiola invita a sedersi -e su cui si è seduta-, il ghiacciaio, che muore nel mare, con blocchi di ghiaccio tra cui si può navigare, fari colorati, pulcinelle di mare, licheni morbidi come cuscini, casette da bambola intorno a baie con pescherecci variopinti, visi sorridenti, e poi il contrasto della città moderna e luccicante, con palazzi avveniristici e tanti ancora in costruzione.

Sei giorni di scoperte, in cui il sole non tramonta mai, scoprirsi a guardare l’orologio per capire se è ora di andare a dormire, l’adrenalina che sale alle stelle, l’emozione di essere lì, in un mondo da cui non vorrebbe mai andarsene.

Ma tutto ha un termine, il suo viaggio finisce in un giorno d’agosto afoso e appiccicoso, nella sua città che ritrova silenziosa e vuota. Ora potrà finalmente dormire, riposarsi, il suo viaggio di rottura si è concluso. Respira e trattiene il fiato come a voler ancora un po’ respirare l’aria fresca del nord. Sa che tutto quello che ha visto e provato le resterà dentro ed è felice.

Pubblicato anche in “S-Memorando


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