


Due parole mi sono arrivate nella mail stamattina che si adattano benissimo a quello che sta succedendo a Tokyo. La prima è ‘bigoncia’ e proprio questo recipiente, bello grande, servirà per portare a casa tutte le medaglie vinte dalla nazionale italiana.
La seconda ‘spesseggiare’ che vuol dire ‘manifestarsi di frequente’ e cosa c’è di più frequente in questi giorni della messe di vittorie che ci corrono sotto gli occhi, accompagnate da storie toccanti e piene di forze e determinazione.
Mi sono chiesta molte volte in questi giorni dove sarebbero, chi sarebbero, i ragazzi e le ragazze, ma anche gli uomini e le donne che stanno gareggiando a Tokyo, fino a nemmeno molti anni fa relegati in istituti, nascosti alla vista, vergogna delle famiglie… oggi complice l’apertura della società che vede tutti uguali a dispetto delle condizioni di ognuno, possono mostrare le loro disabilità e dare speranza a tutti quelli che ancora non riescono a levarsi le catene dei pregiudizi di dosso. Vengono da tutta Italia segno che il nostro è davvero un paese che fa dell’integrazione, almeno nello sport, la sua bandiera.
Ma andiamo a spesseggiare!
La prima medaglia della giornata ci arriva dal tennis tavolo, la coppia Michela Brunelli e Giada Rossi non riescono a superare la Cina e si aggiudicano la medaglia di bronzo.Poi andiamo sul circuito che tante soddisfazioni ci ha dato ieri e arriva un altro bronzo per una signora, Katia Aere, 50 anni compiuti da pochi giorni, che si fa un regalino pesante, piange e dedica la sua medaglia a un altro grande Alex Zanardi.
Forza Alex siamo tuti con te!
Dopo poco bissa l’argento Luca Mazzone, anche lui cinquantenne, veterano delle gare, ma sempre entusiasta e giovane dentro. Ma che fatica devono fare i ciclisti! Su quelle carrozzine a tre ruote che diventano bozzoli attorno al loro corpo!
Si torna in piscina, ed ecco arriva la medaglia d’oro al collo di un ragazzo veneto che ogni volta che vince fa suonare le campane del suo paese.
Oro ad Antonio Fantin.
Fantin non può esser che veneto ostrega!
Poi ecco un altro bronzo per la ragazza silenziosa, Xenia Francesca Palazzo, non esulta, ma sorride con quel suo sorriso dolcissimo che copre una grinta da lottatrice.
E per oggi è tutto, nella bigoncia c’è ancora posto, domani continuiamo al vendemmia.