Tristezza

È una giornata strana. Si è svegliata la mattina con ancora il sogno della notte in testa, un sogno che ricorda a malapena ma che l’ha lasciata un po’ stordita, poi ha aperto la finestra e ha visto una giornata grigia, tanto grigia che aveva voglia di coricarsi di nuovo… ma non lo può fare, non è conveniente farlo, ci sono impegni da assolvere, impegni stupidi, è vero, ma da fare. 

Cose come la spesa al mercatino sotto casa, che se ci si arriva troppo tardi non si trova quello che si cerca, perché la scelta non è infinita come al supermercato… poi i piatti del giorno prima ancora nel lavandino, che ieri sera era troppo stanca, o troppo svogliata, per lavarli. 

Si alza, si veste di malavoglia con gli abiti del giorno prima che ha buttato sulla sedia ai piedi del letto, nemmeno quelli aveva sistemato. Esce con il carrello perché se si comprano le arance pesano, cammina svogliata, ancora imbambolata, si accorge che non ha ancora fatto colazione, se ne è dimenticata. 

Entra al bar, anche se non lo fa praticamente mai e ordina un cappuccino e una brioche ‘vuota’, perché da un po’ di tempo sta attenta a ciò che mangia. Che cattivo il cappuccino senza zucchero! Ma si adatta. 

Spesa, dal fruttivendolo simpatico che però oggi è meno simpatico del solito, chissà forse anche lui sente il tempo. Incontra conoscenti del quartiere, compresa la persona che voleva vedere… ma anche lei è strana, c’entra sempre il tempo? 

No. Lei è un po’ di tempo che è strana, oggi, in modo particolare, sembra ancora più persa. Le si stringe il cuore, è ancora più triste, non trova le parole, ogni parola è sbagliata, allora tace. Si chiede cosa può fare, ma la risposta è sempre una sola, niente! Non è compito suo, non ha l’autorità per fare o agire o prendere l’iniziativa. Può solo starle vicina quando lei la cerca. E lei la cerca! Le telefona per sapere se si devono vedere quando si sono viste due minuti prima. 

È triste, l’ho già detto? Non importa, è triste e non può farci niente. Oggi va così ed è trascorsa solo metà giornata. Allora si siede al computer e dopo aver letto un numero indeterminato di mail pubblicitarie, comincia a scrivere proprio come sto facendo io, sperando che passi, che passi la tristezza, l’uggia, la noia, la giornata.

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