Oggi è una giornata speciale da conservare con cura perché sono riuscita a parlate con i miei vecchietti a M. e con la mia amica in Rsa a F.. Mio zio l’ho sentito abbastanza bene, un po’ sbrigativo, ma questa è una sua abitudine, la zia un po’ spaesata, ma è normale vista la situazione. Sono ricoverati tutti e due positivi in una struttura che si chiama Ospedale di Comunità presso una Cra vicino a M.. Ma stanno bene, per ora la malattia non si è rivelata troppo aggressiva, mio zio ha una fibra forte, altrimenti non sarebbe arrivato all’età che ha. A parte qualche acciacco e il colesterolo alto -familiare, ce l’ho anche io- è sanissimo. A questo punto non ci resta che aspettare che superino questo momento.
Poi mi è arrivata una videochiamata dalla mia amica che è in Rsa a F., Una delle operatrici mi ha chiamato e così l’ho potuta vedere e salutare, lei mi ha visto ed era contentissima. A volte basta davvero poco per fare felici le persone, specialmente quelle che sono confinate e chiuse in strutture che non consentono di uscire, per le più svariate ragioni.
Due avvenimenti che sono tesori dell’anima, da conservare con cura perché di questi tempi non ce ne sono tanti. Come quando da piccolina mettevo in una scatolina i bottoni che trovavo nella sartoria della nonna, quelli luccicanti o che mi sembravano più preziosi e poi li tiravo fuori per giocarci in un angolo. I più belli erano i miei principi e principesse, poi c’era la corte e io ci facevo le storie, propio come ora fa le storie mio nipote, ma lui ha tra le mani costosi Lego io avevo piccoli bottoni colorati.