Storie di perdite e di fantasmi


Niente panico, me lo dico spesso quando mi trovo ad affrontare qualcosa di sconosciuto, se succede, mi siedo, prendo dei bei respironi e poi mi rimbocco le maniche e faccio fronte all’imprevisto.
Mi sono chiesta molte volte come mai io che piango per nulla, ho le lacrime che sgorgano anche se non voglio, quando c’è da affrontare qualcosa di veramente impegnativo, non piango mai e anzi divento fredda e razionale. Ricordo nettamente quando morì una mia amica, in casa c’era davvero il panico, io presi uno dei figlie e me lo portai a fare tutte le pratiche, poi a casa ad aspettare l’impresa di pompe funebri, rimasi con lei fino a che non fu sistemata, e non trasparì una lacrima o una esitazione. Poi quando tutto fu finito e la famiglia riprese in mano la situazione me ne tornai a casa a piangere tutte le mie lacrime represse. La mia amica era morta troppo presto.

E poi c’è un’altra cosa che mi ha fatto pensare proprio ieri mentre in macchina andavo da mio figlio… ogni volta che passo davanti a un certo palazzo, non posso fare a meno di guardare le finestre dell’ultimo piano e ricordare un’altra persona che non c’è più. Non c’è più perché anche lei se ne è andata troppo presto. Le mie più care amiche se ne sono andate troppo presto, lasciando un vuoto enorme.
Anche quando passo da un certo punto dei viali mi metto a pensare a un’altra persona, ma questa non è morta è semplicemente sparita. Pensavo che mi fosse amica, ma è stata una grande delusione. Cosa si deve pensare quando qualcuno all’improvviso sparisce dalla tua vita, non perché è morto, ma perché si è reso morto.

Rendersi morto, sparire, non farsi più trovare. Ho scoperto che in inglese si chiama ghosting, diventare fantasmi, una pratica crudele in cui si interrompono tutte le comunicazioni e i contatti senza un apparente motivo o alcun tipo di avvertimento, ignorando completamente qualunque tipo di contatto.Ne ho fatto le spese due volte e ogni volta è stato come se mi si strappasse un pezzetto di me. Due amiche, ma lo erano veramente? Col tempo mi capita sempre meno di pensarle, ma quando passo da un certo punto dei viali non posso fare a meno di guardare se per caso non vedo una sagoma familiare, come se anche la vedessi potessi fare qualcosa. E anche ieri è successa la stessa cosa, prima lo sguardo alla finestra e poi lo sguardo sulla strada, anche se due sguardi completamente diversi.

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