Stanotte ho sognato

Stanotte ho sognato. Era un po’ che non succedeva… Nel sogno ho vissuto il primo giorno di scuola, non quello degli alunni di oggi o di me bambina o adolescente, ma quello di me nella veste di proff. (con due f). Non è stato un sogno felice, nemmeno un incubo, ma certamente non piacevole. Mi sono sentita a disagio forse perché l’ambiente era quello della scuola superiore dove sono stata per un anno prima di andare in pensione. I ragazzi non c’erano, c’erano solo colleghi che partecipavano come me a una specie di pranzo di benvenuto. Io ero a disagio perché sapevo che mi avrebbe aspettato un anno faticoso, come del resto è stato tanti anni fa. Stranamente le colleghe, ricordo solo donne, erano persone che ho conosciuto dopo il mio pensionamento. Ricordo chi pranzava accanto a me e poi altre che avrei voluto salutarle ma un guasto all’ascensore mi impediva di scendere per raggiungerle. Strano loro erano in basso e io all’ultimo piano. Ricordo che mi lamentavo del fatto che, pur alle superiori, sarei dovuta andare fino all’aula per prendere la classe. Dicevo che era assurdo che gli studenti e le studentesse non potessero arrivare in palestra da soli.

Quando mi sono svegliata e ho realizzato che pur con la sua vivezza era solo un sogno, ne sono stata sollevata, non credo avrei più la forza di affrontare un anno scolastico a scuola e in palestra, sarei una pessima insegnante di educazione fisica col mio corpo che comincia a rivelare cedimenti, a me in primo luogo ma anche visibili agli altri nonostante le pezze con cui ogni giorno cerco di coprire le magagne. Ho amato il mio lavoro fino all’ultimo giorno, ma ora sto bene senza… quel lavoro. Ne faccio altri che mi danno uguali se non maggiori soddisfazioni, e va bene così.


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