Spazi di vita, spazi di racconto

La poetica degli spazi
Laboratorio autobiografico
ispirato al libro omonimo di Gaston Bachelard

Come mi è venuta questa idea? Semplice, ho sentito nominare “La poetica degli spazi“ – il libro – da una collega ad Anghiari e me ne sono immediatamente innamorata. Lei pensava di farne anche un ciclo di incontri nella sua città. Ho acquistato il libro e l’ho letto con calma durante l’estate. Un libro difficile, intenso, pieno di spunti e suggerimenti. Molto centrato sulla poetica francese, ma d’altronde non poteva essere diversamente…

Mi chiedevo leggendolo come avrei potuto ricavare spunti di lettura e di sollecitazione per il mio laboratorio. Sentivo alcuni argomenti difficili da presentare alle persone che normalmente lo frequentano. Non certo per scarsa sensibilità o per poca conoscenza, ma per alcune parole e concetti più vicini alla filosofia che alla poesia.

Ma io so che ho davanti a me delle persone straordinarie, molte mi seguono da parecchio tempo e sono abituate a recepire suggerimenti di scrittura i più vari. So bene che non si lasciano scoraggiare e che se proprio non riescono a entrare nel concetto più profondo si lanciano in scritture che interpretano a modo loro ciò che propongo.

Uno spiraglio lo lascio sempre. Ogni parola, ogni metafora può essere interpretata e sentita in molti modi. Una casa può essere la casa dell’infanzia o la casa del loro essere donne, la casa dei loro desideri o la casa simbolica in cui rifugiarsi nelle loro riflessioni e sentimenti. Una casa quindi non è semplicemente una casa, ma può essere il simbolo di qualche cos’altro, di interiore o esteriore.

Per questo non mi sono demoralizzata, stava a me presentare la mia visione del libro, seguirne la traccia, senza però farmi condizionare. In fondo ogni laboratorio autobiografico risente fortemente dello stile della conduttrice. Quello che avrei proposto io sarebbe stato sicuramente molto diverso da quello che avrebbe potuto proporre qualsiasi altra conduttrice… La conduttrice da la sua impronta al laboratorio, interpreta anche non volendo le sollecitazioni da proporre secondo la sua visione del mondo, le offre secondo il suo sentire personale, le sceglie secondo le sua conoscenza, la sua cultura, le sue emozioni.

Ho deciso perciò che avrei provato a proporre sollecitazioni autobiografiche seguendo il filo degli spazi esteriori e interiori, gli spazi di vita narrati attraverso la scrittura.


Commenta

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: