
Stamattina ho fatto della terapia di supporto, ed evidentemente ha funzionato perché non sento grossi disagi.
Ora spero che le mie visite all’ospedale si diradino notevolmente e così potrò riprendere un po’ di forza. Ho lasciato i miei due corteggiatori, spero per sempre, i miei incontri saranno solo con i medici per controlli ed esami. Sarà un percorso lungo, me lo hanno preannunciato e per cinque anni almeno avrò come una spada di Damocle sulla testa.
Dovrò essere tenace e paziente, ma ho tutte le intenzioni di esserlo.
Appena potrò recuperare le forze potrò i nuovo dedicarmi alle cose che mi piacciono e che mi danno piacere. Gli ostacoli saranno quelli che hanno ormai tutti/e, il distanziamento sociale, la prudenza, la pazienza che tutto venga superato dalle scoperte della scienza.
Non sarà comunque tutto come prima… questo sarà impossibile, perché siamo cambiati, tutti e allora bisognerà cominciare a capire come siamo cambiati.
La frase di oggi che ho letto nel calendario filosofico è: “Pensa a quanto è difficile cambiare te stesso e capirai subito quanto è difficile cambiare un altro”.
Mi chiedo se io stia cambiando me stessa, e come. L’esperienza di isolamento, malattia che sto vivendo avrà sicuramente lasciato segni, cicatrici, non solo sulla pelle, ma anche nel carattere, nel modo di affrontare la cose che capitano.
Alla mia età ci sono schemi consolidati, abitudini radicate, che trattengono, ma… io ho già fatti molti cambiamenti nella mia vita nel corso degli anni. Posso dire di avere vissuto tante vite, scandite da momenti che hanno fatto da spartiacque. Anche questo diventerà uno spartiacque, tra un prima e un dopo. Ci vorrà tempo.