Sabina Minardi: “Caterina della notte”


Che fatica leggere questo libro che vuole essere un giallo basato su documenti storici della vita di Caterina da Siena. In poche parole, senza svelare il finale, una giornalista di origine senese, che si chiama Chaterine, emigrata da anni a Londra con il padre, e ormai quasi incapace di capire la lingua italiana, riceve un misterioso manoscritto che racconta in prima persona le vicende di una Mantellata, una certa Giovanna, chiusa nello Spedale di Santa Maria della Scala, a Siena. 

Incuriosita dall’invio anonimo del manoscritto decide di fare un viaggio nella sua città natale dove immagina di trovare anche risposte alla morte della madre, avvenuta quando era una bambina.

E qui le premesse ci sono tutte, ma poi per tre quarti del libro l’autrice si dilunga sulle vicende senesi dell’epoca, sulle vicende della donna reclusa, sulle vicende dello Spedale, sulle vicende del papato e dell’Italia intera. Nel frattempo la Caterina londinese gira per la città toscana, incontra un bel professore spagnolo, che le fa da guida, appunto dilungandosi, come una guida rossa del Touring, in descrizioni e spiegazioni, fino alle ultime pagine – ma proprio le ultime – in cui c’è il colpo di scena. 

Bel colpo di scena!

Ho retto la lettura, confesso saltandone alcune parti, fino alla fine perché volevo vedere dove andava a parare tutto quel girovagare turistico storico intorno alla Santa che porta il nome della protagonista. 

Il libro di 384 pagine nella versione rilegata, poteva essere scritto con metà carta, e sarebbe giunto lo stesso alla sorpresa finale. 

Insomma, chi vuole conoscere il finale, si cimenti pure nella lettura, altrimenti legga lo spoiler che metto qui sotto.


2 risposte a “Sabina Minardi: “Caterina della notte””

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