
Nel pomeriggio a una certa ora mi sono collegata con la BBC per vedere in diretta la sfilata della gente comune alla camera ardente della Regina Elisabetta II. È stato uno spettacolo, incredibile, Vedere migliaia di persone che sfilano compostamente e in silenzio davanti al feretro è una vista inimmaginabile. C’erano persone di tutte le etnie e di tutte le età. Mi chiedo com abbiano fatto bambini di pochi anni, alcuni addirittura piccolissimi a sostenere le ore di attesa. Eppur anche loro hanno sfilato compostamente, nessun capriccio, nessuna parola in più. Alcune bambine vestite eleganti con il cappellino in testa, bambini compunti e seri per mano ai loro genitori, c’era addirittura un neonato nel marsupio del padre. C’i sono’erano giovani spavaldi con i capelli colorati e jeans strappati, e uomini eleganti, in giacca a cravatta, camicia bianca sotto completi scuri da lutto. C’erano donne e uomini, magri, grassi, belli e brutti, eleganti o casual, con l’andatura eretta o claudicante.
C’erano reduci con le medaglie appuntate al petto che facevano il saluto militare, c’erano anziani in carrozzina che a fatica si alzavano per chinare i capo da eretti. Ho visto una persona cieca col suo bastone bianco con l’accompagnatore che probabilmente le descriveva ciò che lei non poteva vedere.
C’erano bianchi, neri, gialli, facce colorate e occhi a mandorla, c’erano chi porta lo zucchetto ebraico, chi si fa il segno della croce alla maniera ortodossa, chi congiunge le mani davanti al petto inchinandosi, chi manda baci o chi semplicemente china il capo. C’erano tantissimi boy Scout, in divisa col il fazzoletto al collo che salutavano con le tre dita sollevate. C’era il mondo, tutto insieme, una umanità che dava la misura di diversità che non dividono ma uniscono, erano tutti uguali, erano l’umanità dolente che piange e saluta una donna straordinaria.
Cosa succederà domani non è dato saperlo, ma per ora ognuno cammina accanto all’altro, e pazientemente aspetta che chi è prima porga il suo saluto. Nessuna impazienza, solo silenzio dolente scandito dai cambi della guardia ogni mezz’ora. Gli unici rumori che si sentono sono i passi di chi va a prendere posto attorno al feretro, mani appoggiate alle spade o alle mazze e teste chine, spalle al catafalco,
È stato un spettacolo intenso che ha messo davanti al mondo un copione perfettamente studiato, persino collaudato, provato e riprovato. Elisabetta II era una icona di un mondo che sta scomparendo, era unica, era l’incarnazione di qualcosa di lontano malgrado fosse sotto gli occhi di tutti.
Ho assistito allo spettacolo, perché mi ha fatto partecipare, anche se da lontano al rito collettivo del dolore condiviso, incredibile, enorme, planetario. Un avvenimento che rimarrà nella storia. Anche solo per questo valeva la pena seguirlo.