Realizzare l’inconcepibile


Oggi è il 25 aprile, una di quelle giornate fondanti per la nostra storia repubblicana. Giornata  che non si è potato festeggiare come tutti gli anni. Rimarrà anche questo un ricordo diverso per le generazioni future.

Tutto cambia, in una inevitabile sequenza di eventi che ci ha costretto a privarci volontariamente della Libertà. Il fatto è che non sappiamo nemmeno immaginare quello che sarà il futuro. tutto è inconcepibile, è qualcosa che non è possibile vedere per quanti sforzi facciamo.

Dovremo tutti trasformare l’inconcepibile in possibile.

I nostri grandi vecchi ci sono riusciti, da una tragedia inimmaginabile sono riusciti a vedere il possibile, non solo, a realizzarlo.

Stamattina ho telefonato al mio grande vecchio, a mio zio che quest’anno a giugno arriverà al traguardo del 99 anni essendo nato nel 1921. Una persona meravigliosa, con una visione della vita che infonde ottimismo e gioia in chi lo conosce. Il suo sorriso è contagioso, il suo affetto mi scalda il cuore. Gli ho chiesto dove fosse il 25 aprile di 75 anni fa e mi ha detto che per lui allora non era un giorno da festeggiare perché si trovava ancora in un campo di concentramento in Germania. Solo dopo l’arrivo degli americani è potuto tornare a casa. So che l’ho forzato a fargli dire questo, perché lui non parla mai della sua avventura di guerra dopo che è stato fatto prigioniero in Albania. Un giovane ragazzo di poco più di 20 anni.

Lui è la mia storia,  la mia storia personale, è chi ancora resiste prima di me. È il baluardo che impedisce a me di essere la vegliarda, la più vecchia della famiglia.

Da quando è tutto fermo non sono più potuta andare a trovarlo, mi ero ripromessa di scavalcare l’Appennino -abita a Modena- almeno una volta al mese, ma non è stato più possibile. Ora lo sento al telefono, chiuso anche lui a casa, ha persone che pensano a lui e alla zia e sopravvive tra televisione -lo immagino a veder programmi sportivi, era un appassionato sciatore- vecchie repliche e ricordi delle sue passeggiate in montagna.

Grande viaggiatore, aveva scoperto il camper e con la zia ha fatto grandi viaggi, ma non ha mai voluto prendere l’aereo… Mi manca molto, con lui si può chiacchierare di tutto, è ancora curioso e interessato a tutto quello che faccio. Vorrei davvero l’anno prossimo festeggiare i suoi 100 anni.

Non sa che sono malata,  non ho voluto dargli il dolore della preoccupazione, quando lo sento cerco di essere allegra gli dico che va tutto bene, e in quel momento davvero va tutto bene, per me e per lui.  Passerà… passerà… passerà… e l’inconcepibile diventerà possibile.

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