Se conoscete qualcuno che ha il coraggio di dirvi, veramente, quello che pensa, tenetevelo stretto.
Non so se questa massima fa al caso mio, certo mi fa piacere se le persone sono sincere con me, ma sentirsi spiattellare tutto quello che una persona pensa di me, forse ne farei anche a meno. Forse apprezzerei un approccio soft, detto bene. Se sono megalomane, e me lo sento dire, vorrei mi venisse detto almeno con grazia. Poi si mi terrei stretta, perché nel mio caso sarebbe una donna, chi ha avuto tanto coraggio.
Rovesciando la frittata, mi sto facendo un rapido esame se qualche volta sono stata io ad essere estremamente sincera e se la persona a cui ho detto il mio pensiero è sparita o è ancora accanto a me.
Sapete che cos’è il ghosting? Avviene il ghosting quando una persona sparisce, dall’oggi al domani, dalla sera alla mattina, ora c’è e qualche minuto dopo non c’è più. Sembra che succeda spesso fra i giovani quando un flirt diventa troppo impegnativo… uno dei due sparisce…
A me è successo due volte, non per un flirt, all’inizio mi torturavo chiedendomi che cosa fosse successo, poi ho fatto mia la massima sopra, se non hanno avuto il coraggio di dirmi quello che pensavano, ebbene sono affari loro. sono loro che se ne sono andate, io sono sempre qui, a rompere le scatole con i miei scritti, i miei sfoghi e le mie elucubrazioni.

Stasera ho un po’ di mal di testa, forse per questo sono arrivati i pensieri pesanti. Mi gravano come un paracarro sulla testa.
Stamattina ho comperato un libro, un e-book. Sono impaziente per i libri, non sopporto di aspettare e se lo trovo digitale lo prendo senza pensarci due volte. Ma so che qui nella mia città la Libreria sta facendo un ottimo lavoro di consegna a domicilio. Oggi il mio autista mi ha detto che lui preferisce i libri che sanno di carta, beh, anche io, ma da quando ho la saturazione delle librerie cerco di gravare il meno possibile le mie Billy.
OK! mi sono comperata l’ultimo saggio di Vera Gheno, “Potere alle parole. Perché usarle meglio.”
Vera Gheno ha un profilo FB che è molto interessante, (andate a vedere) fa parte delle persone che seguo con interesse. È una socio linguista giovane e molto dinamica. Ho saputo di lei quando era la media manager dell’Accademia della Crusca, i suoi tweet erano sempre interessanti e illuminanti.

Mi piace il suo libro perché non è un saggio sulla lingua, cioè, lo è, ma mette l’accento su quello che possono far le parole per noi, perché è giusto usarle meglio. Mi è piaciuto il paragone con chi ha un armadio fornitissimo di vestiti e va sempre in giro in tuta. Noi abbiamo un armadio enorme di parole e ne usiamo solo una piccolissima parte; per pigrizia, per ignoranza, per sciatteria.
Ne ho già letto metà, forse per questo mi è venuto il mal di testa?
Vera non è colpa tua… sono io che devo centellinare le forze. Ti piace il verbo centellinare?
Un’altra cosa mi ha colpito nel libro, il riferimento a una immagine che sono subito andata a cercarmi e che ci mette di fronte alla nostra immensa ignoranza. La torta è divisa in tre fette: la più piccola rappresenta quello che noi sappiamo la seconda quello che noi sappiamo di non sapere, la terza, la più grande, quasi la totalità, quello che non sappiamo di non sapere. Io mi sforzo di aumentare quelle due minuscole fettine di torta, ma quanto io non so e non so di non sapere!!
Sembra un gioco di parole, ma è la verità. Forse per questo, mi è venuto mal di testa!!! L’incommensurabilità del non sapere. Anche quello che stiamo attraversando è incommensurabile, non lo conosciamo, vorremmo conoscerlo, ci arrovelliamo dietro a notizie e comunicati, stiamo tutti all’erta per vedere “la luce in fondo al tunnel” ma in effetti siamo immersi in quel pallone rosso dell’ignoranza che ci soffoca più del Covid-19.
Mi pare che per oggi non c’è altro… proseguono gli incontri amorosi con Radio e i suoi raggi che penetrano nelle mie carni. Carezze curative; quanto non so di quello che sta avvenendo in me? Meglio abbandonarsi, rilassarsi, e farsi trasportare dalla mia benedetta ignoranza.