
Eccomi ora a scrivere di “L’animale morente” di Roth che è stato suggerito dal gruppo “Una sera un libro”, circolo di lettura di Gruppo Scrittori Firenze. Il testo è indubbiamente uno di quei libri che non si dimenticano, Roth ha una potenza di scrittura che va diritto alla sensibilità di chi legge, la storia può essere eticamente condivisa o meno, ma non si può fare a meno di restare attaccati alle parole che dipanano la vicenda narrata.
La trama è, in poche parole, la vicenda “sentimentale”, lo metto tra virgolette, di un maturo professore universitario che non si fa scrupolo di sedurre le sue giovanissime allieve fino a che non viene esso stesso sedotto da una di queste. Le pene d’amore a questo punto sono il fulcro della storia che finisce in modo tragico.
Detto ciò potrebbe sembrare un romanzetto rosa un po’ più spinto del solito, le relazioni con le giovanette non sono le più caste, ma con dovizia di particolari capiamo che ci deve essere stata parecchia ginnastica tra le lenzuola, quello che ne fa un romanzo da tenere in libreria è lo stile narrativo, incalzante che aumenta di intensità col progredire della vicenda, le descrizioni della fisicità dell’oggetto d’amore, così come della complessa personalità della ragazza che, ho dimenticato di dirlo, si chiama Consuela Castillo ed ha origini cubane, viene messa in luce e ci viene presentata con le sue numerose sfaccettature e contraddizioni.Se all’inizio il sesso è il motore che fa funzionare il rapporto tra David Kepesh e Consuelo, via via che si procede nella vicenda, e negli anni, si fa strada un’ossessione travolgente che incatena il maturo professore in una relazione che diventa a senso unico, completamente asservito al desiderio di lei, e anche quando la relazione finisce non riesce a staccarsi dal ricordo dei momenti passati insieme.
Raccontato in seconda persona, come se il protagonista raccontasse le sue vicissitudini a un amico, quasi un confidente a cui aprirsi senza filtri, è scritto con uno stile magistrale scorrevole e senza pause, anche negli intervalli in cui si incista la vita privata di David e in cui veniamo a sapere della sua vita precedente all’incontro con Consuelo. Un matrimonio sbagliato, un figlio che non lo può sopportare, perennemente in conflitto con lui e che lo accusa di averlo abbandonato a un avita in cui non riesce a trovare uno scopo.
È qui che si comincia a entrare nella mente di David, professore seduttore di allieve che si concedono a lui credendo di conquistarlo e invece prede della sua lussuria.
Ma con Consuelo è diverso, Consuelo è una creatura fuori dal comune che, pur ancora inesperta, riesce ad abbattere la barriera di maschilismo sessista e fa di David, anche se inconsapevolmente la sua creatura.
Anche quando inesorabilmente la relazione finisce, Consuelo è presente in ogni momento della vita di David, fino a quando non vi fa di nuovo ingresso in un finale tragico che rompe tutti gli schemi e trasporta su un altro piano la vicenda.
Mi chiedo: “Chi è l’animale morente del titolo?” Consuelo che, malata, torna a cercare chi l’ha amata e ne ha fatto una Dea o lo stesso Professor Kepesh che invecchiato e ormai, si presume, alla fine della sua vita lancia un ultimo grido di dolore?
Si dice che i cigni prima di morire producano il loro canto più bello e armonioso, può David Kepesh essere paragonato a un cigno che morente vuole che la sua voce dia riscatto alla vita che ha vissuto? O è Consuelo che cerca nel suo vecchio amante l’idea di se stessa ormai perduta?
Ognuno può interpretare come vuole questo libro che appassiona, nella trama, nello stile, nei contenuti che, torno a dire condivisi eticamente o no, rendono la vicenda emblematica per una certa società americana di fine millennio.
Non ho letto i due precedenti romanzi che precedono “L’animale morente” e ne fanno una trilogia, non so nemmeno se li leggerò, ho però letto “Pastorale americana” in cui il contrasto evidente tra l’idilliaca vita della provincia americana si scontra con i grandi temi della politica e della guerra in Vietnam, fino allo scandalo Watergate. Non ho terminato invece, lo confesso, “La macchi umana” e non so se lo riprenderò in mano. Se lo faccio ve lo racconterò.
Dimenticavo, dal libro è stato tratto un film “Lezioni d’amore” con Penelope Cruz e Ben Kingsley.
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