Pazienza


Decettivo significa ingannevole… e va bene! Stamattina mi sono lasciata ingannare dalla mia sicurezza. Mi sentivo forte ed è proprio quando ti senti forte che il corpo si ribella, soprattutto alla mia età.
Certo oggi avrei preferito passare un sabato più normale e invece tanto per non lasciarsi sfuggire nessuna esperienza, ho passato la giornata al pronto soccorso. Certo è che visto poi l’esito -è andato tutto bene ed io ora sono a casa- ne avrei fatto a meno di una gita all’ospedale, anche perché quando si varca la soglia si sa l’ora di arrivo, ma non si sa mai l’ora di partenza. Dalle 10 alle 16 -più o meno- sdraiata in una barella con collare contenitivo, che fa fede al suo nome, non mi potevo spostare nemmeno di un centimetro e quindi per tutto il tempo il mio panorama è stato un bel soffitto bianco.  Ogni tanto si chinava su di me un medico o un infermiere a fare domande e a prescrivermi esami. Il momento più doloroso è stato quando mi hanno messo i punti alla mano che avevo messo avanti per proteggermi. Mi ha protetto, ma si è lacerata, quindi tre punti -con anestesia, mi sono raccomandata!

Poi attesa, e attesa, poi ancora attesa tra un esame e l’altro. Mia unica compagnia, gli squilli dei cellulari delle altre persone che erano nella stanza e le parole che venivano dette agli onnipresenti telefonini.Non si ha idea di quante suonerie ci sono! C’è di tutto, dalle squillanti e invadenti a quelle personalizzate, con voci che chiamano o musichette che sicuramente hanno un significato per chi le ha messe. Poi le conversazioni, tutte monotematiche e a senso unico, perché potevo solo immaginare chi c’era dall’altra parte del filo -pardon dell’etere- a meno che non fosse inserito il viva voce e allora via a voci preoccupate di figli e nipoti che chiedono come stai, come è successo, quanto tempo ancora devi rimanere lì-

Già il tempo, quando si entra non si pensa alle ore di attesa che ci aspettano, ma poi comincia l’impazienza, siamo andati per curarci e vorremmo venir via subito, uscire, fare presto, come se fosse semplice. E ora che non c’è l’affollamento di prima le cose sono migliorate, io tra esami vari ci ho schiacciato 6 ore, tempo fa, davvero, si sapeva l’ora dell’ingresso, ma poi… perdete ogni speranza o voi che entrate. 

Probabilmente si tratta di incidenti non gravi, non mi è mai capitato in pronto soccorso di vedere arrivare casi disperati, tipo quelli che si vedono in Grey’s Anatomy, con budelle di fuori  e sanguinamenti a fontana! Immagino che succedano, ma probabilmente prendono subito un’altra strada e vengono risparmiati a noi mortali.

La domanda “quando arriva il medico?” deve essere la più gettonata e vincere la classifica delle lamentele di chi è arrivato sulle proprie gambe con un dito slogato…E poi bisogna armarsi di pazienza, inutile strepitare, fare la voce grossa, quando ti tocca ti tocca, devi avere il coraggio di aspettare il tuo turno, la speranza che vada tutto bene. E tutti noi lì siamo Pazienti, di nome e di fatto! 

Ed ora per rassicurare tutti quelli che mi leggono… come ho detto sono a casa, sto bene, un po’ ammaccata ma intera.

Come foto una rosa perché la bellezza esiste… nonostante. 
In questo video l’origine e il significato della parola Pazienza:
https://www.youtube.com/watch?v=plMCOrTxL7g


Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: