Pasqua


In questa giornata sempre uguale alla altre, che solo per caso si chiama Pasqua, ho voluto seguire il consiglio di uno psicologo che ho sentito alla radio. Io ascolto moltissimo la radio, ascolto la lettura di libri,  e leggo io personalmente… insomma desidero essere circondata dalle parole ed è per questo che ho gradito il ritorno di Gramellini in TV.

Attraverso Un libro di Gramellini avevo impostato tanto tempo fa un laboratorio di scrittura; il libro era “L’ultima riga delle favole” e sembrava fatto apposta per seguirlo passo passo in un percorso di consapevolezza autobiografia. chi lo ha fatto con me se lo ricorda…

Ma riprendo il filo… oggi è Pasqua e tra le parole che mi sono arrivate stamattina c’è la parola uovo. Ne ho parlato qualche giorno fa, ricordando l’uovo di cioccolato comperato per essere donato a mio nipote e le uova che regalavo a mia sorella per il suo compleanno… Dio come mi manca!

Insomma alla radio stamattina uno psicologo, di cui non ricordo assolutamente il nome, ha detto che in questo isolamento ‘noi anziani’ abbiamo bisogno di due cose. La prima e di muoverci anche a costo di fare il giro del tavolo da cucina 100 volte e la seconda è comunicare, ma non solo con i parenti lontani, figli nipoti e amicizie che sentiamo tutti i giorni. Ogni giorno dovremmo chiamare 5 persone che abbiamo nella nostra rubrica, di carta o sul cellulare, e parlare con loro.

Beh io l’ho fatto, ho chiamato chi non sentivo da tanto tempo ed è stato bello ritrovare le voci e attraverso le voci l’affetto, la condivisione, la sorpresa… dieci minuti per salutarci, scoprire i nostri nuovi mondi, le loro solitudini -ho chiamato persone che sapevo/immaginavo essere sole in casa- i loro pensieri, l’affetto -l’ho già detto- sincero della improvvisata telefonica.

Chi ho chiamato lo sa, non c’è bisogna di nominarle, i cuori si sono incontrati per un attimo, hanno battuto insieme e questo è stato emozionante.

Poi oggi ho comperato un libro, folgorata sulla via di Damasco dal titolo “Quando siete felici fateci caso”. Magari non è niente di ché ma anche solo il titolo mi ha fatto bene. Far caso, quando siamo felici; perché ce ne dimentichiamo sempre? Perché si ricordano solo le cose dolorose, brutte che ci hanno fatto soffrire? Allora ho pensato alle mie amiche al telefono, e alla gioia che mi hanno procurato ed ho pensato a mia sorella a Pasqua quando decorava la casa con uova e cioccolato, quando imbandiva pranzi e ci si ritrovava ai godere dei primi soli davanti alla sua casetta da fiaba.

Sono felice oggi che ho potuto lasciare aperta la finestra fino quasi a sera, col sole che entrava a farla da padrone.

Una ospite di Gramellini ieri sera ha citato anche lei la parola felicità e la sua etimologia. Felix non è solo felicità ma anche abbondanza, ricchezza e prosperità. cosa può esserci di più bello?

E poi c’è Frank Matano, che io non ci avrei dato un soldo bucato… che telefona a caso ai numeri fissi  e intavola conversazioni con vecchietti che rispondono… perché i numeri fissi ce l’hanno solo i vecchietti, i giovano hanno solo il cellulare! Dare compagnia anche solo con la voce… il dono più bello che abbiamo.

Poi oggi ho saputo che per le vie del mio paese è comparso un lupo, un lupo solitario e sperduto più spaventato della persona che lo ha avvistato e fotografato. Gli animali scendono dai boschi e arrivano a cercare forse da mangiare… ma io non manderò fuori la mia micetta… la mia Cappuccetto Rosso.

Quante cose sono successe oggi. Sembrava una giornata come tante solo con nome diverso e invece è stato uno scrigno di incontri, di sorrisi, di ricordi, di sorprese.

Per quelli che lo vogliono sapere, sto benino, tiro avanti e mi godo i piccoli momenti di felicità.  Sul mio blog privato ho una pagina che si chiama proprio “Piccoli momenti di felicità”, oggi avrò tante cose da annotarci. Ma voi non lo saprete. Un po’ di privacy, via!

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