La prima è materno e cosa ci può essere di più materno di una madre, e io sono madre, ma anche un materno in senso più lato; l’accudimento che quasi tutte le donne mettono in atto sempre verso i più deboli e indifesi. Io oggi ho trovato tante donne materne che mi hanno accolto nel mio primo giorno, donne con gli occhi sorridenti, che non ho sentito lamentarsi una volta, che se ti dimentichi e ti avvicini troppo ti tengono a distanza con un gesto che non è di rifiuto, ma di attenzione. Quando sono costrette a venirti vicino si proteggono perché la loro protezione è anche la mia, accorrono ad ogni suonata di campanello, senza sbuffare, rispondo alle domande con gentilezza, sono angeli.
E poi è arrivata la parola inconcusso,che lì per lì non sapevo perfettamente inquadrare, ma poi quando sono andata alla spiegazione l’ho fatta mia. Inconcusso è il faro che resiste alle tempeste, è la roccia che si modella nei secoli, ma è sempre presente, è ferma decisa a resistere.
Ecco io voglio essere come quel faro,che adesso è scosso dai marosi, ma che resterà incrollabile.
Ancora sto bene, sono autonoma, non ho bisogno di aiuti… per ora. ho il frigorifero pieno, non mi manca niente, grazie al cielo sono capace di usare le tecnologie che possono aiutarmi, sono fortunata.
Ne ho dato sfoggio ieri; quando mi hanno messo il pic e mi hanno consigliato di acquistare una specie di tubo impermeabile per fare la doccia e proteggerlo, reperibile solo su Amazon, l’ho ordinato dall’ospedale e oggi è arrivato. Evviva posso farmi la doccia! Evviva Amazon in caso di necessità.
Guido la macchina e oggi sono andata da sola per incontrare i miei due fidanzati: Chemio e Radio. Molto diversi tra loro!!! Sono tornata tardi ed ora sono stanca non tanto per gli incontri ravvicinati, quanto per la lunghezza del rapporto!!!
Vorrei, voglio, ancora sorridere, perché è importante…
Se dovessi aver bisogno so di avere una buona rete di persone pronte ad accompagnarmi, a farmi la spesa e cosucce varie. Tutto procede bene.
Le mie preoccupazioni sono per mio figlio che continua ad andare a lavorare e per mia nuora… pure. Mi sono raccomandata di fare a turno e di prendere ferie, che almeno uno dei due rimanga con Gioele a casa.
Poi ho mio zio a Modena -il pittore dei bellissimi acquarelli natalizi- che fra poco compie 99 anni. Anche lui chiuso in casa con la moglie. Lui sta bene, sembra un ragazzino, hanno qualche parente della zia che li assistono, ma la situazione è dura. Io telefono spesso, ma da lontano posso far poco. Non gli ho detto della mia malattia perché non so se reggerebbe la notizia. Mia sorella è morta da un anno proprio per un tumore… e ora io.
C’è poi una mia amica che assistevo in casa di riposo, ho dovuto dirle che sono malata e non l’ha presa bene, Non smetteva di piangere, ma io non posso più andare da lei, faticoso e pericoloso per me e per lei. Insomma non mi faccio mancare niente.
Due virus, uno in casa (il papilloma che mi ha infettato) e uno fuori da tenere lontano che se si conoscono e si piacciono è finita.
Basta, smetto vado a mangiare finché ancora sento il gusto del cibo…
Il motto? Oggi bene, domani si vedrà, ma io sono Inconcussa!
L’immagine è quella arrivata da “Una parola al giorno”, sono abbonata alla sua newsLetter (a proposito di tecnologia)