
Eccomi qui ora a parlare dell’ultimo libro della premiata ditta ‘Una parola al giorno!’ Per chi non lo sapesse ‘Una parola al giorno’ – abbreviato in UPAG – è un sito web che pubblica le etimologie delle parole italiane, ma soprattutto invia giornalmente una newsletter con, appunto, la parola del giorno. Da qualche anno oltre all’attività di divulgazione in rete i fondatori del sito, Giorgio Moretti e Massimo Frascati, hanno pensato di mettere su carta delle monografie legate sempre alla tematica del sito e pubblicate con il sistema del crowdfunding. A oggi i titoli sono cinque, si possono trovare e acquistare sul sito, io ce li ho tutti perché sono una fan e una seguace del lavoro che fanno questi due ragazzi – quelli nominati sopra.
E così, dopo averlo sostenuto, prima di Natale è arrivato nella mia casella postale, quella fisica fuori dalla mia porta, il loro ultimo libro: titolo ‘Il sogno dell’italiano’. È chiaro, e se non lo fosse lo preciso qui, che l’argomento dei libri è sempre la lingua italiana, declinata nelle mille sfaccettature e sfumature che la connotano, e l’ultimo non è da meno.
Ero stata avvisata che questa volta non si sarebbe trattato del solito libro, del solito saggio che avrebbe trattato delle origini e dello sviluppo della lingua italiana, dalle origini ai nostri giorni, ma si sarebbe trattato di un fumetto. Gli argomenti quindi sarebbero stati affrontati attraverso disegni e didascalie, conversazioni tra personaggi che si sono susseguiti nei secoli, da Pietro Bembo ad Alessandro Manzoni, per citarne due.
Quando l’ho avuto tra le mani mi ha fatto uno strano effetto perché non sono una lettrice di fumetti, e anche solo il carattere usato mi confondeva la vista. Mi sono documentata, è quello che si usa nella maggior parte dei fumetti, ma a me non piace… cioè non lo leggo, faccio una fatica tremenda a leggerlo e se già faccio fatica a leggere Topolino pensate che fatica a leggere parole dense di significato che andrebbero capite; e seguire la storia, perché una storia c’è, che andrebbe seguita con attenzione.
Mancando una suddivisione in capitoli, in effetti coerente perché nei fumetti mica ci sono i capitoli, non si sa mai di che periodo storico si sti parlando e quindi non può essere consultato, ma solo sfogliato dall’inizio alla fine cercando di capire dove si è in ogni determinato momento.
Lo so, lo so, io sono vecchia e quindi non sono entrata nello spirito del libro, divulgativo e diretto a un target sicuramente diverso dal mio.
A questo punto avrete intuito che a me non è piaciuto, ma non perché ciò che contiene non sia valido dal punto di vista storico e linguistico, ma perché non è la forma, a partire dal carattere usato, che io apprezzo. Probabilmente lo regalerò a mio nipote, forse lui riuscirà ad apprezzare più di me un libro che è un fumento, ma forse non è per bambini e neppure per grandi, troppo grandi… come me:
Continuerò a sostenere il sito, sono abbonata alla loro newsletter e intendo continuare, e probabilmente continuerò a sostenere le loro pubblicazioni, a comperarle, ma non in forma di fumetto.