
I libri si leggono per tante ragioni, perché il titolo ci intriga, perché ci è stato consigliato da qualcuno, perché a scuola ce lo fanno leggere per forza… oppure lo si legge perché si fa parte di un Circolo di lettura e la maggioranza ha scelto proprio quel libro e se si vuole, almeno minimamente partecipare alla discussione, o per lo meno capire di ciò di cui si sta parlando, occorre leggerlo.
Io ho letto “Racconti fantastici” per l’ultima ragione, e sono arrivata alla fine con una fatica, ma con una fatica, che mi stata quasi per venire il desiderio di seguire i consigli di Daniel Pennac e abbandonare il libro in questione.
Primo, non mi piacciono i racconti, preferisco leggere un romanzo e seguire la storia dall’inizio alla fine, senza dover cambiare argomento dopo un certo numero di pagine. Secondo, non mi piace la fantascienza, e i racconti di Bulgakov sono fantascienza, nel senso che viene applicata alla narrazione la conoscenza medica dell’autore, che si inventa situazioni assurde di animali che prendono il sopravvento sull’uomo.
Terzo, non mi è piaciuto in questo caso particolare l’assoluta improbabilità degli avvenimenti con i racconti chiusi, mi è sembrato, in fretta e furia.
L’unico pezzetto che ho, si fa per dire, amato è l’inizio di “Cuore di cane” quando l’autore fa parlare il cane protagonista della storia, poi la sua voce sparisce e ritorna solo alla fine, ma senza quella ironia che c’era all’inizio.
Anche nel racconto “Uova fatali” l’imbecillità dell’uomo è così palese che lo scambio delle uova dell’esperimento sembra anacronistico.
Dietro a tutto naturalmente si nasconde la profonda avversione dello scrittore per tutto ciò che è l’apparato burocratico russo della fine anni ’20, periodo difficile, successivo alla rivoluzione d’ottobre e l’inizio dell’inquadramento statale della popolazione che non riesce ad avere un minimo di controllo sulla burocrazia.
Ho letto da qualche parte che dal racconto delle uova sia stata presa l’ispirazione per il film “Jurassik Park”, ma non avendo visto il film non posso confermare.
Certo che nei racconti di Bulgakov si sente tutta la frustrazione di un uomo sopraffatto dal regime, medico che ha abbandonato al professione per fare lo scritture, purtroppo senza successo in vita. Anche quello che pare il suo capolavoro -e che non ho letto- “Il maestro e Margherita” è stato pubblicato postumo.
Insomma… io da brava scolaretta il compito l’ho fatto, i racconti li ho letti, ma credo che non mi metterei certamente a rileggerli. E meno male che ho letto l’edizione Kindle e l’ho pagata solo 2,99 €
Per chi invece lo volesse in cartaceo c’è a 9,50 €