
Se ieri è stato il giorno della donne oggi è stato il giorno dei maschietti e che maschietti! Nove giovanotti che in nuoto, canottaggio, e scherma riescono a superare difficoltà e sfortuna per raggiungere obiettivi sognati e voluti.
Nel nuoto un biondino di nemmeno 20 anni gareggia controvoglia in una delle gare che io credo più dure del nuoto e vince il bronzo. Avete mai nuotato a farfalla? Io si, o almeno ci ho provato, ed è una specialità faticosissima. Bisogna inarcare la schiena per dare spinta alle gambe che devono battere insieme l’acqua com se si avesse una pinna, le braccia si aprono e roteano in avanti e poi spingono sotto per andare avanti… insomma un calvario, un calvario che dura 200 metri, un’infinità! Credo che lo stile a farfalla sia il più innaturale per l’uomo, non siamo pesci e il nostro corpo non ha la flessuosità di uno squalo. Insomma Federico, perché il ragazzino si chiama Federico Burdisso, controvoglia ha vinto la medaglia di bronzo! Mi chiedo se ne aveva voglia che cosa avrebbe fatto!
Poi scendono in acqua i canottieri del quattro senza, che vuol dire che non hanno con loro il timoniere. Il canottaggio è quello sport che remi e non sai dove vai, perché remi all’indietro. Il timoniere, anche se non si vede, c’è; è uno dei quattro che con una pedaliera mantiene la direzione. I quattro di oggi avevano al particolarità che la squadra si è trovata senza uno dei quattro perché trovato positivo al covid.
Panico, che si fa? Si prende uno di un’altra squadra e si mette a vogare con quelli rimasti… sembra semplice! Le barche sono tarate al grammo e centimetro per chi le deve condurre, metterci sopra un’altra persona può squilibrare peso e assetto. Non importa, si parte lo stesso perché non si può buttare via una qualificazione olimpica per un fottuto virus! Si parte, ma verso la fine la barca che sta a fianco cambia rotta e quasi va a speronare l’armo italiano, non importa, si voga lo stesso, sempre più forte e si taglia il traguardo al terzo posto. Una vittoria, non una sconfitta per quattro ragazzi che ci hanno creduto fino alla fine.
E poi arriva la finale a squadre della sciabola, come ho già detto la sciabola è un’arma difficile, sì è vero che si può colpire dappertutto, sia di taglio che di punta, ma ci sono lo stesso regole che la codificano con precisione, altrimenti sarebbe un assalto alla maniera dei pirati dei Caraibi! Anche qui c’è la riserva che sale in pedana, una riserva di lusso che oggi si chiama Aldo Montano, 44 anni alla sua quinta olimpiade, un monumento della scherma italiana. Se si mettesse al collo tutte le medaglie che ha vinto non riuscirebbe a stare ritto. Ma qui è venuto a fare la riserva per i ragazzi giovani che saranno, sono, le stelle di domani. Vincono un argento, si vincono, non dico perdono l’oro, ma vincono l’argento e festeggiano come se fosse la prima vittoria.
Insomma anche oggi belle storie di bei ragazzi italiani, tenaci e determinati a vincere, mai a perdere.
Ah! si, mi sono alzata stamattina presto per seguire la divina Federica nella sua ultima gara sui 200 individuali, la gara che l’ha vista regina. Ha toccato in settima posizione, ma non era questo che contava, l’avevo detto, l’aveva detto, bastava esserci e lei ha nuotato col sorriso, durante l’intervista lo si vedeva sotto la mascherina negli occhi lucidi, ma non di pianto.