
Ieri sera sono andata al cinema, è la terza volta in questo mese e mi piace. Anche perché qui, al cinema sotto casa, o dovrei dire sopra casa, hanno una bella programmazione. Insomma ieri sera ho visto “L’ultima notte di amore” dove amore non è il sentimento fra due persone, ma il cognome del protagonista interpretato da Pierfrancesco Favino, attore sopraffino!
Sono andata anche se il trailer non mi aveva entusiasmato, quando vedo sparatorie e violenza tendo a defilarmi un po’, ma poi mi sono decisa.
Si tratta di un bel film, un giallo poliziesco, un noir, un thriller, non saprei come chiamarlo. Certo una cosa mi ha colpito, anche qui c’è stato il finale troncato.
A un certo punto Favino sta parlando si zittisce e il film finisce, senza che ci sia data una minima indicazione su quello che succederà dopo. E io odio i film che terminano così anche se per tutto il tempo mi è piaciuto e sono stata presa dalla trama e dalla storia.
Va beh! Amore è un poliziotto calabrese trapiantato a Milano, che sta per andare in pensione, diciamo che lo descrivono come integerrimo e molto professionale e ligio al suo lavoro, ma non si tira indietro a fare da guardaspalle al cugino della moglie che tanto specchiato non è… Quisquilie, proprio il giorno prima della pensione certi cinesi gli offrono un lavoretto semplice, ma ben pagato. In un primo tempo vorrebbe rifiutare, ma poi anche sollecitato dalla moglie, un tipetto sveglio, accetta. E lì ne succedono d’ogni… ma il bravo Amore riesce a cavarsela, guarda bene intorno a lui cosa succede e riesce a tirarsene fuori con anche una bella assicurazione sugli anni a venire, ché dovrà anche fare da padre al figlioletto del collega che ci ha lasciato le penne.
Specialmente nella seconda parte del film è tutto un gioco di sguardi, occhiate circospette, cercare di capire che cosa sta succedendo, individuare chi lo ha tradito, perché qualcuno sicuramente lo ha tradito.
Fino alla rivelazione finale in cui si spera, ma non ne sono tanto sicura – a causa di quel nero che è calato improvvisamente – che il bravo e integerrimo Amore l’abbia sfangata.
Insomma un bel film anche con quel pizzico di psicologia che non guasta e pur con qualche cosa un po’ inverosimile… la moglie che cerca qualcosa in un rigagnolo, piedi nell’acqua, e poi corre via con le scarpe, immagino asciutte… inseguita dai cinesini incavolati. Mah? Bellissime le riprese di Milano di notte, deserta e silenziosa, fatte probabilmente con droni che sorvolano la città, anche la scena di lui che corre in mezzo alle auto della tangenziale è emozionante con i clacson che suonano e nessuno che si ferma.
Ora aspetto il prossimo sabato… mi piace andare al cinema.