L’incantatrice


Henry Rousseau
L’incantatrice di serpenti

Io non sono sicuramente una incantatrice, una di quelle persona che quando cominciano a parlare tutti si zittiscono, anzi spesso sono sovrastata da chi interviene dopo di me e così sono io che mi zittisco. Sarà la mia insicurezza, che mi tormenta fin da quando ero piccola,  dal momento che ero una bambina solitaria. Lo posso notare nelle fotografie che sono andata a ripescare: difficilmente sorridevo, avevo sempre un visuccio serio e compunto.
Anche ora la mia difesa è quella di starmene in disparte, ascoltare, tanto c’è sempre qualcuno che ne sa più di me, specialmente in contesti affollati. Per espormi ho bisogno di qualcosa o qualcuno che mi faccia da scudo, o da corazza. Per questo spesso sembro superba e distante. Sto difendendomi.
L’età non ha migliorato tutto questo. È vero che sembro più spigliata e mi apro un po’ di più, forse perché ho imparato a difendermi,  ma ancora ho bisogno di sicurezze, di tempo…
Ricordo che non ho parlato in pubblico fino a circa 50 anni, la prima volta che l’ho fatto mi sono sentita una vera ignorante, diciamo che preferisco scrivere che parlare. Scrivere da la possibilità di pesare le parole, chiarirmi le idee fare il punto di ciò che si vuole dire. Anche se scrivo di getto la scrittura mi è più facile della parola. Se so che devo parlare mi preparo, non ho la battuta pronta e spesso faccio fatica a cogliere l’ironia. Le battute le capisco solo dopo un po’, insomma, come si dice a Firenze, “arrivo dopo i fochi”. con ciò non credo di essere stupida, ma ho solo bisogno di tempo per elaborare. Ormai alla mia età non me ne faccio più un cruccio, non devo più correre dietro  alla battuta e ho tutto il tempo per riflettere. Inutile dire che amo più le conversazioni a due o con poche persona che quelle affollate. Mi piace ascoltare e riesco a  capire se la persona che sta davanti a me è davvero interessata a quello che ho da dire, altrimenti taccio e ascolto. A volte è un piccolo disagio di cui sono perfettamente consapevole, a volte invece riesco a  immedesimarmi e tacere è quasi un piacere. Ero partita dalla parola incantatrice, più che una incantatrice, sono una che si fa incantare, Adesso molto meno che qualche anno fa, ma ancora subisco il fascino di chi sa mettere in atto il fascino della parola.

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