- 3 – 9 – 43
- 4 – 9 – 43
- 10 settembre 1943
- 11 – 9 – 43
- 15 settembre 1943
- 17 settembre 1943
- 18 settembre 1943
- 21 – 9 – 43
- 23 – 9 – 43
- 25 settembre 1943
- 29 settembre 1943
3 – 9 – 43
Mamma cara, sono arrivato al nuovo campo e dopo la necessaria sistemazione dei primi giorni ricomincio a scriverti, è come l’altro campo solo qui è più caldo. A Crossville ricevetti quattro lettere di Adriana, due tue, e una di Vanna. Sono tranquillo per la vostra salute, di non mandarmi la divisa ma solo qualche libro di buona lettura qui ve l’ho detto. Sono sempre in camera con Galassini di Pievepelago e vicino ho il Capitano Santagostino di Vercelli, il noto giocatore di calcio, e il Capitano Ghisi di Lodi. Vi bacio e abbraccio Adler
4 – 9 – 43
Adriana mia cara, eccomi qua nel nuovo villaggio, nuovo perché l’abbiamo inaugurato noi. è gemello dell’altro, un po’ più grande quattro ampie strade. Solo il clima è un po’ più caldo, ma oramai io so adattarmi a qualsiasi località ed anche qui, quindi mi trovo benone. Fin dal campo precedente ho avute quattro lettere tue, due della mamma e una di Vanna è sperabile quindi che stiate sempre bene tu e la mamma ora che siete insieme. Ho la possibilità di seguire tutte le notizie e non posso commentare. Qui intanto sto sistemandomi la mia cameretta. Campi di gioco dobbiamo impiantarli ancora quindi per il momento niente sport. Ho ricominciato oggi a disegnare e ne ho completato uno che avevo già iniziato. Appena mi sentirò in forma tenterò la tua foto che mi hai mandato e spero di riuscire. Anche l’album che sto facendoti si arricchisce. Venisse presto il giorno che ti potrò riabbracciare bimba mia! Tutti i miei vecchi amici e anche i nuovi sono con me, gli argomenti per conversare non mancano. Nella lettera di mamma del 5 luglio ho saputo le materie che devi riparare. Ti auguro fin d’ora di cavartela e ti porgo gli auguri per il tuo compleanno, anche a mamma tua e Lilly. Quel giorno ti sarò vicino col pensiero e brinderò con un bicchiere di birra al nostro avvenire. Non abbiate paura a scrivere, la posta arriva, qualcuna probabilmente fu persa ma pazienza, scrivete c’è già chi ha decine di lettere e c’è purtroppo che non ne ha nessuna, come Galassini poverino. Ti amo e ti bacio tuo Adler.
10 settembre 1943
Adriana mia cara, ho ricevuto oggi una lettera di mamma del 16 luglio. Io sto bene e dalle vostre lettere sento che state bene per lo meno in salute. I giorni duri, per voi, stanno passando ora. Sono al corrente sempre di tutto ed appunto in questi giorni temo per voi. Non potete credere come vorrei esservi vicine, capisco che tanto lontano non sarà il giorno del ritorno, ma quello che grandemente desidero è sapervi al sicuro. Le parti si sono invertite una volta eravate voi a trepidare per noi ora siamo noi a trepidare per voi cari lontani. Prego per voi, vi penso continuamente, seguo notizia per notizia, vi abbraccio Adler
11 – 9 – 43
Mamma cara, ier l’altro ho ricevuto la tua lettera del 16 luglio. Totale otto lettere ricevute, non c’è male no. Te sono tue quattro di Adriana, una di Vanna. Gioisco a saperti sempre insieme ad Adriana però penso al tuo triste periodo che al momento in cui scrivo voi state passando. Qui tutto è calmo e procede con la solita normalità. La preoccupazione di noi tutti è ora rivolta a voi cari lontani in balia degli eventi e preghiamo possiate uscire immuni dalla grande tragedia. Purtroppo sono io ala sicuro ora e voi siete nel pericolo, è questo che ci tormenta e potete ben crederlo. Potessi esservi accanto, io i pericoli già li conosco e saprei evitarli. Spero conserverete sempre la calma e sappiate sottrarvi dal pericolo. Vi fosse Amos accanto sarei più tranquillo. Speriamo che presto ritorni la calma e così ritornerebbe la calma nei nostri cuori. Tutte le piccole cose che ti chiedevo nelle prime lettere ora sono passate in seconda linea, a me non manca nulla e capisco che voi abbiate bisogno di tutto. Io non desidero che la fine ed il ritorno per ricominciare la nostra vita e ricostruire la nostra casa su basi di speranza e d’amore. Aiutatevi e pensate a voi due più che alle cose. Vi abbraccio e vi bacio mie care. Vostro Adler
15 settembre 1943
Mamma cara, l’ultima lettera vostra che ho ricevuto è del 16 luglio. Io sto bene e per me non dovete avere nessuna preoccupazione. Sono io che prego affinché stiate bene. Tante cose sono cambiate in questi giorni e vi sono continuamente accanto col pensiero e seguo ansioso le notizie. Unica cosa che ti chiedo è di continuare a scrivermi più spesso che puoi anche poche righe basteranno a sapervi in salute te e Adriana. Vi bacio e vi abbraccio.
17 settembre 1943
Adriana mia cara, un tempo nelle lettere che ti scrivevo, ti parlavo d’amore, di gioia, di sogni, di poesia ora dovremmo trattare solamente prosa. Io penso che l’amore è al di sopra di tutto ed è l’unica cosa che tale rimane. Il mio cuore ti è sempre accanto, spesso trema e palpita per te, ma è sempre amore, è la paura di perderti. Una volta era il tuo cuore a palpitare ora è il mio. Fra dieci giorni è il tuo compleanno come lo passerai? Ti amo Ady mia nel dolore pensami vicino a te, ti bacio tuo Adler
18 settembre 1943
Adriana mia, oggi giornata dedicata alla pittura. Oramai la mia stanza è finita. Ho fatto una decorazione ad acquarello sulla parete, motivo foglie rampicanti di campanelle. Ho messo poi le tendine alla finestra e una tenda sulla porta che da sull’entrata. Si lavora sempre per far passare il tempo, in programma di costruzione poi ho una poltrona, tipo sdraio, un comodino novecento e un tavolo inclinato per disegno. Studiare! Non ce la faccio, quando mi devo applicare comincio a pensare a tutte altre cose. Forse col tempo chissà qualcosa imparerò. La tua fotografia la devo ancora riprodurre aspetto l’estro. Voglio farla bene in grande ed ho pensato di farla a colori. Non è un lavoro semplice. Il tuo album procede lentamente, il tempo c’è. La mia salute? E’ ottima! Voi nelle vostre lettere mi dite cosa faccio e come me la passo, ma di questo non dovete preoccuparvi minimamente, sono io che quando comincio a pensare a voi mi chiedo tante cose alle quali non posso rispondere che con un punto interrogativo. Non sono rose fiori oggi. Io o bene o male dappertutto me la sono sempre cavata e questa vita di oggi non mi fa male anzi. E’ a voi che io penso e questo mi preoccupa assai. Speriamo che le vostre lettere continuino ad arrivarmi regolarmente, sarò più quieto. Ti amo Ady e che questo possa esserti di conforto. Ti bacio tuo Adler
21 – 9 – 43
Mamma cara, domani è il mio compleanno come lo passerò? Come gli altri giorni. Tanto i giorni sono tutti uguali per noi e vorrei che anche per te fosse lo stesso. Oggi ho finito la poltrona tipo sdraio. Comodissima e probabilmente invece di starmene sdraiato sul letto a leggere. Domani all’ombra di un albero come se fossi in campagna, in villeggiatura, prenderl il romanzo che sto leggendo e sprofondato nella poltrona astrarrl la mia mente da tutto cil che è mondo con quel che segue. Qui accanto a me ho le vostre lettere, sono otto in tutto. Però hanno un difetto sono vecchie oramai, l’ultima porta la data del sedici luglio. Ed io invece vorrei sapere come state oggi. Tante cose sono accadute da quel giorno in poi e vorrei tener quieto il mio cuore, perché voi siete la mia unica gioia che ancora mi rimane. Quindi cerco di non pensare, cerco di distrarmi, lavoro, leggo, studiare no, già te l’ho detto, non ce la faccio, mi dispiace, ma è così. Sul tavolino qui ho anche la vostra fotografia con un piccolo portaritratti è il gruppetto di Vignola, ci sei tu, Adriana, Amos ed io. Quand’è che potremo essere uniti così?
23 – 9 – 43
Adriana Cara, Bimba mia. Il mio compleanno è passato. Questo giorno ha avuto della solennità. Forse perché era la mia festa. Ho detto ai miei amici più intimi che compivo ventisei anni e mi facevano gli auguri. Montanari, un ravennate con cui ho stretto amicizia mi ha offerto la birra. Colombini di Modena è rimasto con me un’oretta io sprofondato sulla mia nuova poltrona, abbiamo parlato della nostra casa lontana, degli avvenimenti in collegamento con essa. Poi sono andato da Ughi il mio fratello maggiore, e mi ha regalato una testa di gattino fatta con candido cotone naturale, strappato dalla pianta. Piccole cose che danno la gioia di un momento. Poi mi sono ritirato nella mia stanzetta. Sono solo perché Galassini per una lieve indisposizione è stato ricoverato in ospedale, sono vecchie reminiscenze e già che qui il tempo c’è cerca di curarsi e di star bene completamente. Io per esempio avevo pensato di farmi pulire i denti. Ripeto qui solo nella cameretta scrivendo questa lettera con un bel bicchierone di birra comprata prima che chiudessero lo spaccio ho chiuso la serata scrivendo questa lettera, cioè pensando a te mia cara, cercando di collegarmi con te con questo tenue filo che è la corrispondenza. Ciao amore mio ti bacio e ti abbraccio tuo Adler
25 settembre 1943
Mamma cara, sto bene e così spero sempre di voi, spero intensamente perché molte volte ne dubito. Qui la stagione è ancora buona, belle giornate di sole e ancora si veste leggero. Facciamo belle partite di palla a volo sui campi di nostra recente costruzione. Ogni tanto qualche giorno di pioggia ma il tempo resta sempre chiaro come da noi. Non so se qui verrà la neve, ma non credo. La mia vita è sempre la stessa e spero sempre arrivi presto la parola fine. Baci a te e Adriana Adler.
29 settembre 1943
Carissima mamma la vita continua come sempre. Io sto bene e passo le mie giornate lavorando. Mi accorgo di saper fare anche il falegname. Infatti sono in falegnameria per la costruzione delle attrezzature sportive del campo. Oggi ho finito un comodino per me, stile novecento, ricavato da belle tavolette di noce. Ieri sono stato nel boschetto ho trovato fiori di campo gialli, bianchi, variopinti e così lì sul comodino ho un vasetto di fiori, qui sul tavolo un altro la nell’angolo dove c’è una madonnina e le vostre foto un altro. La stanza così acquista un ché di confortevole ed elegante. I miei quadri più belli sono qui sulla parete vicino al mio lettino di fronte una mensolina con su la toilette e un bello specchio grande di cristallo di trenta centimetri per venti. L’altra mezza stanza appartiene a Galassini. Ha il suo tavolo il suo comodino il suo letto. Anche lui ha i fiori, lo specchio e qualche quadretto. Nella stanza comune, d’entrata, comunicante con l’altra stanza dei due Capitani, la stufa, quattro armadi ad angolo e due tavolini. E’ tutto questo per non parlare d’altro. Vi bacio evi abbraccio Adler