23 luglio 1945
Mamma cara, passano i giorni, passano i mesi e forse passeranno gli anni, ma di posta nemmeno l’ombra. Sono ansioso di conoscere la nuova situazione di sapere come state, te, Adriana, Amos e i parenti tutti. Io sono sempre il povero prigioniero ansioso di far ritorno alla mia casa e penso che quando quel giorno arriverà sarà sempre troppo tardi. La vita qui continua come se nulla fosse successo, come se dovesse continuare questa nostra vita all’infinito. Quale colpa abbiamo mamma per dover così tanto soffrire?
24 luglio 1945
Adriana cara, quando finirà questa triste calamità che ci tiene lontani sofferenti e delusi? Sei stata sfortunata a incontrare me; vedi quale triste destino ci ha serbato la vita? A volte penso a quando ti dicevo: Ritornerò, attendimi! Come ti sarai stancata di aspettare invece! E aspettare poi, un povero relitto come me. Se non fosse oramai troppo tardi di direi. Riprenditi la tua libertà non attendermi più, vivi la tua vita. Ma non ne avrei nemmeno il coraggio. Povera bimba, ti chiedo perdonami per il male che ti ho fatto, non è tutta colpa mia.
27 luglio 1945
Mamma cara, il ritornello non cambia. Aspetto una vostra lettera, attendo il giorno del ritorno. Ma ne l’uno e ne l’altro mi desiderio sembra non vogliano essere esauditi. Non ho ancora capito cosa ci tengano a fare qui. Pazienza quelli impiegati nelle unità di lavoro. Io invece da più di due anni faccio la dura vita del Prigioniero. Risolveranno presto questa insostenibile situazione? Vi ricordo sempre ti bacio Adler
30 luglio 1945
Adriana cara, sei lontana e irraggiungibile. Soffro in silenzio la mia solitudine e soltanto una forte speranza nella vita mi tiene lontano dalla disperazione. Tu hai la vita a portata di mano e non la puoi godere, ma non pensare a me vivi la tua vita, chissà quando tornerò. Un giorno dovranno pur ridarmi la libertà, attendo sempre una vostra lettera ansiosamente. Qualcuno ha già ricevuto. Ti bacio e ti amo sempre.
31 luglio 1945
Mamma cara, il nostro povero spirito è come una fisarmonica, si allarga di gioia alla più piccola notizia per poi restringersi nella dolorosa morsa della delusione. Quando un filo di speranza si presenta per il rimpatrio diventiamo allegri, facciamo progetti poi… lascio a te immaginare quando la notizia è tutto l’opposto di quello che speravamo. E intanto una fine non si presenta nemmeno all’orizzonte. Questa attesa senza speranza però sarebbe meno dolorosa se arrivasse qualche vostra lettera invece le tue ultime notizie arrivatemi dono del dicembre dell’anno scorso. Come si fa a vivere così? Preclusi dal mondo, senza notizia, con questa vita che con l’andar del tempo ci curva le spalle come sotto una cappa di piombo e ci rende nevrastenici, non ce la faccio più mamma. Qualcosa deve cambiare, non può continuare così, qualcosa si deve fare. Ma che cosa? Vi penso sempre e vi desidero notte e giorno in sogno e da sveglio. Non ne posso più. Ti bacio Adler