- 1 – 7 – 43
- 2 luglio 1943 – via aerea
- 6 luglio 1943
- 8 luglio 1943 – Messaggio Croce Rossa
- 9 luglio 1943
- 13 luglio 1943
- 15 – 7 – 43
- 16 luglio 1943
- 20 – 7 – 43 XXI
- 22 – 7 – 43
- 23 – 7 – 43
- 27 – 7 – 43 XXI
- 29 – 7 – 43
- 30 – 7 – 43
1 – 7 – 43
Amore mio lontano, come è triste la vita, io che non desidero che amarti tanto, sono nel nuovo mondo, costretto a vivere in un recinto, se pur grande, al di la del quale ci sei tu. La libertà mi è stata tolta e con essa te, il mio amore, la mia vita, tutto, e nemmeno un rigo ancora, su cui concentrarmi e riflettere, su cui pensare al passato e vivere di ricordi. Ti amo Ady mia, e sei nella mia mente sempre e guardo sempre le tue foto che da tutti i disastri ho salvate. Ciao Amore pensami sempre e attendi, mandami magari qualche foto. Saluti a tutti. Adler
2 luglio 1943 – via aerea
Mamma cara, le recite son finite, abbiamo replicato lo spettacolo con successo per tre sere di seguito ed ora si può dire fondato il teatro e ci prepareremo a futuri spettacoli. Ma veniamo a una cosa più importante, stamane un ufficiale che è stato preso con me ha ricevuto posta. La sua famiglia di Bologna, ha avuto la notizia attraverso la croce rossa quindi è sperabile che presto anch’io riceverò tue notizie ed ora questa attesa si fa più impaziente che mai. Penso però che ormai sarai a conoscenza delle mia sorte e questo mi fa sperare che sarai per lo meno tranquilla. Certo il morale è quello che è, e sono lito di divertirmi nelle svariate attività che svolgo nel campo. Tanto che tutti oramai mi conoscono, anche le Eccellenze che sono nel campo vicino. Sai come sono fatto mamma, le cose o le faccio o con passione o non le faccio. Mi hanno messo anche un nomignolo, non dispregiativo, che naturalmente è uscito dai miei vecchi compagni, mi chiamano: Gnep. Ora faccio anche l’arbitro nelle partite di pallavolo nel campionato per arma e specialità e nello stesso tempo gioco nella squadra di fanteria. Anche lo studio continua ma come al solito devo fare un grande sforzo di volontà per non marinare la scuola e per studiare un po’.
6 luglio 1943
Amore mio, ancora nulla, l’attesa di uno scritto che arrivi dalla mia patria lontana diventa spasimante. Una tua lettera quando, quando arriverà? Io sto bene, si sto bene, ed è quella l’unica cosa che io desidero una lettera. Mangio anche troppo, mi svago anche troppo. Ieri per esempio c’è stato un interessante incontro di calcio fra soldati Italiani e Tedeschi. Lungo la strada che costeggia il campo all’esterno si fermavano a vedere anche le macchine civili. Io ero dentro e loro fuori, io prigioniero loro liberi. Oggi ho fatto una spesa, ho comperato un paio di pantaloni lunghi, leggerissimi e chiari, estivi. Poi abbiamo ripreso le prove del teatro, c’è in programma una nuova rivista ed io farò la parte di una diva, di una contessa, di Olga la sciagurata dal Bertoldo. Oramai mi sono specializzato in parti femminili. Poi ho fatto l’abbonamento, tu sai la mia passione, a un mensile del Cinema. Ho ordinato dei libri ecc… Nulla più desidero, se non un vostro scritto, se non risentire le tue parole d’amore. Io ti amo sempre gioia mia, e penso tante volte, se in questo appartamentino vivessi con te, nemmeno mi accorgerei di essere un sequestrato dal mondo. Ciao mia cara, scrivimi spesso via aerea. Saluta tutti i tuoi cari, ti bacio perché t’amo, tuo Adler.
8 luglio 1943 – Messaggio Croce Rossa
Sono già trascorsi tre mesi di prigionia e ancora non ho ricevuto nulla. La mia salute è ottima e così spero di voi , come pure che abbiate già ricevute mie notizie e conosciate la mia sorte. Scrivetemi via aerea. Baci e saluti Adler
9 luglio 1943
Carissimo Amos, come va? Io me la passo, anzi ti devo comunicare che sono diventato un campione di palla a volo nel vero senso della parola. Sono popolare, tutti mi conoscono anche i Generali che sono nel campo vicino e quando li incontro e li saluto mi chiamano per nome. Tutte le sere c’è partita, con un tifo indiavolato, capirai il torneo è per arma e specialità, quindi ognuno tiene la propria squadra. La mia squadra fa un po’ schifo, ma la colpa non è mia e se qualche volta si ottiene un bel risultato è per merito mio. Il teatro prosegue bene e presto daremo una nuova rivista, nel salone del Circolo. Domani sera invece ci sarà il cinema all’aperto nel nostro campo, peccato che non possa capire il dialogo di questa pellicola che ci fanno vedere. In ogni modo qualcosa si capisce lo stesso.
Ho messo in cornice anche la tua ultima fotografia in divisa, mi piace vedermi contornato nella mia cameretta dai vostri cari visi sorridenti. Stamane ho fatto un’altra spesa, ho comprato un (?) grigio chiaro e le mie finanze sono in ribasso, ma tanto per sto mese non ho altre spese da fare. Ti saluto fratellino caro un bacio a mamma, saluti a tutti Adler
13 luglio 1943
Mamma cara, miei cari tutti, il tempo passa e le vostre notizie non arrivano. Gli avvenimenti della mia terra lontana li conosco attraverso i giornali e la radio, ma di te non so nulla e attendo quella benedetta lettera che mi assicuri che già la mia sorte la conosci. Come Dio vuole il tempo passa, oramai non mi manca nulla, oppure si tante piccole cosette vorrei comprare ancora, ma il necessario ce l’ho già. Tutto continua regolarmente, il teatro, i tornei di palla volo, gli incontri di calcio, il cinema ecc.. Ma cercando, cercando, una cosa sola mi occorre che possa quietare la mia trepidazione, aver vostre notizie. Tanti oramai hanno il cuore in pace ed anch’io vorrei essere come loro. Quante cose mi chiedo di voi e non posso rispondere e un interrogativo mi si presenta innanzi. Cosa fa Amos? E Adriana ha dato l’esame è stata promossa? E tu mamma lavori sempre? Mi raccomando non piangere lo sai come ti ho sempre desiderato serena e sorridente, perché tornerò, e la nonna e gli zii e gli amici. Più nulla e questo da tanti mesi, mi sembra di essere all’altro mondo. Ma pazienza quella benedetta prima lettera arriverà. Ti bacio Adler
15 – 7 – 43
Mamma cara, oggi è stato un po’ giorno di festa è venuto al campo un cardinale che è delegato apostolico della nostra chiesa e ci ha portato il saluto del Papa. È stato come un saluto della mia terra lontana che soffre come io soffro. Torneranno i giorni lieti per noi tutti ne sono certo e intanto restiamo fiduciosi e calmi nell’attesa del ritorno. Ancora non ho ricevuto nulla e attendo con impazienza. Ti abbraccio e ti bacio, saluti a tutti, Adler
16 luglio 1943
Mogliettina mia cara e tuoi cari tutti, la mia salute è sempre ottima e così spero sia sempre anche della vostra. Ancora attendo uno scritto, ancora vivo nelle tenebre. Non avevo mai pensato un tempo quale fosse la vita che avrei condotto un giorno nelle attuali condizioni. Ma allora non avevo tempo di pensare. Ora invece ne ho tanto, si può dire che è un continuo pensare. Al quale pensare però la mente si stanca e allora cerco affannosamente lo svago, la distrazione. Qualche libro, un disegno, la fabbricazione di una cornicetta per una foto da mettere al muro, si fa sport, si cammina con lo sguardo rivolto al cielo, si cerca di dormire e tutto questo per non pensare. Lo studio invece non mi distrae studiare, non so perché, è sempre stata per me una tortura ed anche ora quando qualche volta lo faccio, con difficoltà riesco ad applicarmi. Ho lezione due volte la settimana quando voglio ripassare quelle lezioni mi distraggo facilmente e penso, cioè mi rituffo in quel pensare che vorrei fuggire. Quindi preferisco sempre un lavoro manuale e meccanico. Pensa che ho tentato anche un acquarello e mi ha detto un pittore che se l’avesse fatto lui ci sarebbe del buono, ma avendolo fatto io no. Però a me piace. Un giorno tutti questi miei lavoretti li porterò a casa così anche tu potrai giudicare. Quando penso ti guardo, mia cara, e la mia mente corre al domani. Quando verrà quel giorno?
20 – 7 – 43 XXI
Adriana mia cara, oggi ho avuto parecchio da fare, alle otto costruzione della buca per il salto in alto, alle nove allenamento di pallacanestro per il primo incontro fra i due campi. Nel pomeriggio ho rivoltato i pantaloncini corti perché oramai scoloriti dal sole. Mi vedi cucire a macchina e pensa senza imbastire. Stasera bucato. Mi pare un po’ troppo e mi sembra di prendere dei brutti vizi, non vorrei che un giorno uscito di qui non mi diventasse un’abitudine. Ma è sperabile di no. Un giorno, caso mai ci sarei te. Stasera quindi è un po’ tardino, ma tanto domattina quando ho fatto colazione se ho sonno, posso ritornare a letto fino a mezzogiorno e appena mangiato ritornarci per starci fino a sera. Certo non lo farò, perché non amo la posizione orizzontale. Non sono un poltrone anzi mi ha chiesto proprio oggi Ughi cos’è che non so fare, perché non c’è cosa qui che io non faccia che io non ci metta lo zampino. Ripensandoci bene però, una cosa c’è: ho poca voglia di studiare. Ed i tuoi studi, come finiranno? Arrivasse quella benedetta prima lettera!
22 – 7 – 43
Mamma cara, il momento è duro ma occorre durare. Io sto bene, e un pensiero solo occupa la mia mente: la mia terra lontana, la mia casa, te, Adriana. La nonna non aveva tutti i torti quando ha voluto andare dallo zio e se fossi in te farei altrettanto. Qui le giornate afose passano lentamente e una grande malinconia è nel mio cuore, ma non è per me: vi penso sempre tutti, continuamente e come vorrei essere con voi! Ti bacio e ti abbraccio Adler
23 – 7 – 43
Amos carissimo, miei cari tutti lontani; giorni tristi e pieni di malinconia stanno passando. Impotenti noi viviamo nel mondo, però fuori del mondo. Sappiamo tutto della vita, vediamo la vita scorrere però noi non facciamo parte di quella vita e non possiamo nulla per essa. Simile esistenza quindi puoi ben immaginare quanto sia penosa. La vita vegetativa, quella, che vuoi, è ottima sotto tutti i rapporti, si mangia si dorme, si vegeta; il nostro cuore però batte lontano la nostra mente spazia nel cielo e si libera delle catene. Quella mente tante cose vorrebbe sapere e fare, ma non può far nulla. Non basta solo volere, bisogna anche potere. Ecco perché questa impotenza ci abbatte, è umiliante non poter far nulla, è umiliante non poter mettere anche il nostro braccio sulla bilancia. Tu ancora lo puoi, e lo devi fare, e penso che sarai felice di farlo. La vita, quante cose mi ha insegnato, quante cose mi ha fatto vedere, conoscere. Non è sempre tutto oro quello che luce e questo non è per noi. Io vegeto, Amos, tu vivi, ti prego vivi anche per me. Quante cose vorrei dire, ma è meglio di no, è meglio non pensare, stasera ci offrono il cinema i signori, meglio forse pensare a quello, non posso fare diversamente, tu si lo puoi e sono certo che lo farai. Ciao Amos abbi sempre fede, un giorno anche noi saremo felici della vita che ci ha dato Iddio, e la sapremo vivere insieme grazie alle esperienze passate. Ciao fratellino caro ti abbraccio, abbraccia per me la mamma e saluta bacia la mia terra lontana Adler
27 – 7 – 43 XXI
Mamma cara, una volta questo era un bel giorno oggi non credo. In ogni modo ci vuole pazienza. Le novità arrivano anche qui e so tutto. Cerco quindi di distrarmi per pensare ad altro. Ma sono naturalmente le solite distrazioni puerili, la palla a volo la pallacanestro. Oggi durante il giorno ho fatto un lavoretto, un bel paio di zoccoli con la tomaia di pelle, e si dove ho preso la pelle? Qui oltre agli scarponi miei che posseggo sempre mi hanno dato due paia di scarpe alte nere. Uno l’ho tagliato ed ho fatto un paio di scarpe basse e la pelle ritagliata è servita per gli zoccoli. Aggiungi poi che ho comprato tempo fa un paio di scarpe da pallacanestro, quindi scalzo non ci vado certamente. E il cappello! Non te l’ho mai detto che ho comprato un cappello di paglia grigio, stessa forma dei nostri cappelli, elegantissimo e così quando vesto borghese me lo metto e sembro un signore distintissimo. E così la vita corre, i giorni passano, i grandi avvenimenti si susseguono e un giorno arriverà anche il ritorno nella mia casa lontana che ho imparato ad amare più di ieri. Casa mia, casa mia, quando ti rivedrò? Mamma cara, ti abbraccio e non puoi credere in questi giorni quanto ti sia vicino col pensiero. A te, a tutti voi miei cari, a lei, Adriana. Ciao mamma, ti bacia tuo figlio Adler
29 – 7 – 43
Adriana Cara, un po’ di gioia per riflesso ho avuta ieri. Primo fra tutti i modenesi Medici ha avuto posta. Questo mi fa sperare che anche le mie lettere siano giunte e vi abbiano portato mie notizie. Non dovete preoccuparvi per me, per nessuna ragione. La mia salute è ottima e il mio fisico ben alimentato gode di questo riposo forzato. È una vita sanissima, lo puoi ben credere. Unico vizio le sigarette perché Bacco e Venere mancano. Tu certamente ne gioisci per questo, ma io sono paziente e sopporto. Ti bacio e attendo ansiosamente una lettera tuo Adler
30 – 7 – 43
Adriana cara, ieri e l’altro ieri è arrivata parecchia posta, ma per me nulla. Medici ha già avuto quattro lettere ed in una dice che le famiglie nostre già sono al corrente della nostra sorte ed hanno avuto nostre notizie. Io spero che anche tu e mamma già abbiate avuto per lo meno una mia lettera e questo pensiero mi consola. Che gioia Ady mia quando avrò un tuo scritto, credo che l’imparerò a memoria dopo tanto tempo che non ricevo più. Stasera hanno fatto il cinema e così ogni giovedì. È poco, ma è già qualcosa. Da un po’ di tempo non ti parlo più del teatro. Ma abbiamo sospeso le recite causa gli aventi che anche noi abbiamo saputo. Riprenderanno caso mai a miglior tempo. Col mese entrante però assumerò una carica nel mia compagnia. Mi hanno nominato direttore sportivo. Uscente il capitano Bargellini. Io prendo il suo posto. È affidata a me l’organizzazione nell’interno del campo di tutto ciò che è manifestazione sportiva. Come vedi ovunque sempre mi faccio ben volere e conoscere nelle mie migliori qualità. Saluti ecc.. Adler