- 5 giugno 1945 – 1 foto al posto della cartolina alla mamma
- 12 giugno 1945 – 1 foto ad Adriana
- 25 giugno 1945
- 29 giugno 1945
- 30 giugno 1945
5 giugno 1945 – 1 foto al posto della cartolina alla mamma
Mamma cara ti ho spedita una fotografia formato cartolina. Non è venuta eccessivamente bene, ma ho desiderato inviartela ugualmente perché tu mi possa vedere dopo due anni di assenza. Sono sempre in attesa di vostre notizie che mi mettano al corrente delle vostre condizioni. E’ triste vedere gli altri ricevere ed io sempre a mani vuote
12 giugno 1945 – 1 foto ad Adriana
Adriana mia cara, ti ho inviata una mia foto. Non è troppo riuscita e aggiungi che da due anni e mezzo non ci vediamo; mi riconoscerai? Povera bimba mia, non ti sei ancora stancata di aspettare? Pensare che un giorno compiangevi Mina! Ora la vita è un po’ più dura e non vedo avvicinarsi il giorno del ritorno. Non ho più il coraggio di dirti, ti amo, attendimi, non vorrei farti attendere all’infinito. Saluti ai tuoi cari Adler
25 giugno 1945
Adriana mia cara, ora che attendevo una tua lettera dopo l’arrivo degli alleati a Ferrara improvvisamente la posta ha cessato di arrivare anche per chi già riceveva dall’Italia meridionale. Sono due anni e mezzo oramai che siamo divisi dal destino. Che devo dirti bimba mia dopo due anni di penuria di notizie? Non ho più il coraggio di infonderti speranze. Attendevamo la fine della guerra, è venuta, ma noi ancora restiamo qui in una posizione incomprensibile. Ho saputo per mero caso che ti sei diplomata. Brava Adriana, che posso dirti di più? Questo forse: perché Adriana vuoi bene a un disgraziato come me? Dove prendi tanta forza per attendermi tanti anni? credi che saprò darti la felicità? Oppure credi che la vita sia solo dolore. Però, come soffrirei volentieri accanto a te! Sento qui nel mio cuore un amore grande che aspetta solo il giorno di poter esplodere e quel giorno non arriva mai.
29 giugno 1945
Mamma cara, sono sempre in attesa di una lettera che mi rassicuri sulla tua vita del dopoguerra. Io sto come un povero prigioniero che anela ardentemente il ritorno a casa dopo più di due anni di esclusione assoluta da ogni forma di vita. Aggiungi poi che non vedo una fine a questo stato di cose quindi immaginerai facilmente in quale stato d’animo io mi trovo. Molti giorni mi sforzo di studiare qualche cosa (ho imparato un po’ d’Inglese), ma non ci riesco, la mia mente corre altrove, corre a te mamma, alla mia Adriana, che qui in prigionia ho imparato ad amare più di quando le ero vicino e alla quale non ho più il coraggio di dirle d’attendermi. Penso alla nostra casa, diventata una chimera, alla mia vita che dovrò affrontare un giorno ed alla quale sono spiritualmente e materialmente preparato. Quante cose ho capito mamma. Spero che Amos tornerà a casa prima di me, anzi spero che sia già arrivato. Ti abbraccio mamma saluta tutti Adler
30 giugno 1945
Adriana mia cara, è arrivata un po’ di posta ieri, ma non per me naturalmente. Un bolognese ha ricevuto una lettera di due mesi fa. Potessi anch’io avere presto qualche vostra notizia! La mia vita procede con la solita monotonia. Da quasi due anni nello stesso campo con gli stessi amici. Sono stanco, bimba mia, stanco di far niente. Cos’abbiamo fatto per dover soffrire così? Otto anni, nove anni che mi aspetti? Ho io il diritto di importi questa attesa? Sono domande che mi assillano non vedendo una fine a questa strana situazione. Eppure io ho imparato ad amarti di più qui, a sognarti come un essere irraggiungibile e lontano, invocandoti nel sogno e nelle veglie. Non soffrire, mia cara, non soffrire per me, vivi anche per me che non posso vivere. Anelo un tuo bacio, tuo Adler.