- 1 – 6 – 43 – XXI
- 4 giugno 1943
- 8 giugno 1943
- 17 – 6 – 43
- 18 – 6 – 43
- 22 giugno 1943
- 24 giugno 1943
- 25 giugno 1943
- 29 – 6 – 43 XXI
1 – 6 – 43 – XXI
Carissima mamma, carissimi zii e cugini, come vedete gli avvenimenti nella vita di un uomo cambiano. Ora sono prigioniero in America, ed anch’io al pari dei miei cari cugini sono prigioniero di guerra. Non vi allarmate, zia Emma, e non versate lacrime, come quando ricevevate le lettere di Enzo e Amos. Sto bene e l’unica cosa che desidero è quella che queste mie parole, vi giungano e vi portino il conforto per la nostra forzata lontananza.
Ripeto sto bene e quando un tempo pensavo quale fosse stata la vita di un prigioniero, non l’avevo mai pensata così. Nulla mi manca, fuorché una cosa, molto importante, loro, ma della quale ci si abitua a far senza; la libertà. Il campo è come un piccolo villaggio che ci accoglie. Ho con me tanti colleghi anche Corsini, Ughi, Bonfiglioli, potete credere che siamo sempre insieme e facciamo trascorrere le giornate senza accorgersene. Studio, leggo, scrivo, disegno. Faccio dello sport e quando ne ho voglia a qualsiasi ora mi riposo, quindi che volete, entro quel limite di spazio destinatoci siamo liberi di esplicare qualsiasi attività. La mia stanzetta, ora è accoglientissima, foto al muro, miei disegni. Ho fatto un tavolo, un comodino e su di cui oggi ho messo un bel vasetto di fiori, vedete sono anche sentimentale. E Mario? Mai ho potuto avere sue notizie laggiù. È a casa. Lo spero. Vi saluto tutti e vi abbraccio, ti bacio mamma, e voi tutti miei cari. Vostro Adler
4 giugno 1943
Mamma cara, eccomi qui nella mia stanzetta col pensiero a te rivolto. Lo credi che se potessi ricevere regolarmente tue notizie, capisco che ora è un po’ presto, me se lo potessi non mi accorgerei nemmeno di essere in un campo di concentramento? Ora c’è anche la radio e dopo cena mi siedo accanto ad essa per ascoltare della bella musica, sai come mi piace. Vengo appunto anche ora dal circolo e quando penso che tu, che tutti voi siete così lontani mi sembra impossibile. Ieri poi ho comprato un bel paio di scarpe da pallacanestro e non puoi credere come me la godo a giocare tutto il giorno. Non tralascio l’arte però, sia il teatro ancora in via di organizzazione e il disegno. Con facilità mi riescono dei bei lavoretti. Presto forse comprerò gli acquerelli. Ora di quello che è corredo personale sono a posto, quando penso che avevo perso tutto. Desidererei la mia divisa, quella si da mettere nei giorni di festa, quando andiamo alla messa. E vorrei delle belle commedie per soli uomini, perché i soggetti del nostro teatro li dobbiamo scrivere noi. Mi raccomando mamma sii forte e non lasciarti abbattere verrà il giorno del ritorno, e questo è certo, quindi pazienza, un po’ di solitudine renderà più grande l’affetto del domani. Mi raccomando appena riceverai scrivimi spero per via aerea affrancando le lettere. Ti sono vicino col pensiero, saluti a tutti, bacia te e Adriana, Adler
8 giugno 1943
Adriana mia cara, qualche lieve variante ho portato alla mia stanzetta. Proprio li dalla parte del letto ho ora una mensolina con su dei bei fiori e due portaritratti con la tua foto e quella dove ci sei tu la mamma e Amos. Sono le mie due più care fotografie e sempre le guardo li al posto d’onore. Anche il ritratto tuo fatto da me la sua cornice ora. E così, vedi, il tempo passa così le giornate trascorrono veloci. Solo una cosa desidero ora, perché oramai non mi manca nulla; vostre notizie. Capisco che dovrà passare ancora del tempo e per questo l’attesa diventa snervante. Forse anche voi chissà quanto tempo sarete state senza mie notizie. Io ci pensavo tante volte e quando quel pensiero mi assillava erano momenti tristi. Ma ora penso che già saprete, non con assoluta certezza, ma considerando tanti fatti penso che già saprete della mia sorte, e quindi per lo meno sarete tranquille. E tranquilli dovete rimanere sempre perché sto bene. Ormai l’estate si fa sentire, e in mutandine sto quasi tutto il giorno. Un bel colore bronzeo ha preso il mio corpo, credo anche di essermi ingrassato un po’, perché la ginnastica che faccio continuamente e il buon vitto avranno concorso certamente q questo. Ti ricordo di mandarmi se puoi qualche commedia per uomini soli, il testo ora è in elaborazione ancora va molto a rilento per mancanza appunto di soggetti che dobbiamo scrivere noi. Mia Ady cara ti penso continuamente e ogni sera prima di coricarmi il mio pensiero è a te rivolto e ai cari lontani. Ti bacio e ti prego di salutare i tuoi cari e mamma. Adler
Mamma cara, miei cari tutti, vi comunico che la prigionia non mi impedisce di asplicare qualsiasi attività della mente e del corpo. Vado a scuola di inglese, disegno, che è una attività interessante, recito, e faccio tutti gli sport e mi rivelo campione. Non ignoro gli avvenimenti del mondo e prego sempre per la patria lontana che spesso le incursioni affliggono. La prigionia non mi pesa e a questo dovete pensare, sperando ricevere presto vostre notizie vi abbraccio vostro Adler
Mamma cara, voglio scriverti oggi un po’ della mia vita, per darti un’idea precisa di come passo le mie giornate. Sono in un piccolo e originale villaggio cinto da reticolati, dentro i quali però scorrazziamo in libertà. Vivo in appartamentino con Galassini e due Capitani. C’è un’entrata con la stufa per l’inverno e quattro armadi dove teniamo la nostra roba poi ci sono due camerette con lettini in ferro materasso lenzuola, e due coperte imbottite e cuscino di piuma. In ogni stanza due tavolini e due sedie. Ora ho molta biancheria e tutto quello che serve per la toeletta. Tre paia di scarpe. La stanza poi è ornata dalle nostre mani con fotografie e disegni. Due comodini e vasetti di fiori. Nel campo poi c’è la mensa, pensa che non mangio nemmeno tutto quello che mi danno. Poi il circolo con tanti giuochi, giornali e riviste, e la radio. Poi ci sono i bassi servizi con lavandini con specchio, doccia a qualsiasi ora del giorno calda e fredda. Sui prati poi intorno agli alloggiamenti sorgono campi di pallavolo, pallacanestro, tennis, bocce, e parecchi giardinetti e orti. C’è una biblioteca molto povera, ma sufficiente. Faccio bucato da solo ed ho spazzola, sapone in polvere e le canottiere e mutandine diventano bianchissime. Mi lavo col palmolive, insomma non mi manca nulla, allo spaccio poi si trova ciò che si vuole perché mensilmente mi danno parte del mio stipendio.(?) sempre purtroppo. Eccoti con che vivo e credo ti basti. Ti abbraccio e ti bacio Adler
17 – 6 – 43
Cesare carissimo, anche a te bisogna per lo meno scrivere una volta per inviarti il mio saluto. Se vuoi mie notizie ricorri a mia mamma. Sto diventando un attore, perché abbiamo costituito una compagnia, soli uomini, di teatro e rivista. Si può dire che ne sono l’anima. E quel tuo famoso progetto l’hai mandato a termine? Se si abbiti i miei auguri. Saluti ai tuoi cari, amici e Mimma ti abbraccio Adler
18 – 6 – 43
Mamma cara, mi accorgo di essermi sempre dimenticato di dirti una cosa, che ha la sua importanza per il mio benessere, abbiamo degli attendenti in comune, che una volta al giorno fanno la pulizia, sono dei nostri soldati, ce n’è uno del mio vecchio plotone. Abbiamo nostri soldati in cucina e a servirci a tavola, solo una cosa devo fare da solo, il bucato, ma col sapone in polvere e nei lavatoi con l’acqua calda le lenzuola diventano bianchissime. Oggi giorno di festa siamo stai al cinematografo, naturalmente non era doppiato e ho capito ben poco, ma questo ha servito a farmi passare due orette in allegria. Il cinema mi è sempre piaciuto ed erano già parecchi anni che non lo vedevo più. Fra dieci giorni poi andremo in scena noi con una rivista e noi puoi credere come mi diverto alle prove. Insisto sempre nel chiederti un pacco con libri e delle commedie per soli uomini. Tutto ciò che di bello troverai ti prego di mandarmelo. Stasera poi nel campo ho sentito la Butterfly cantata dalla Carosio. Un grammofono elettrico con l’opera completa in dischi. Certo tutte queste cose ci vogliono per tenere alto lo spirito, che a volte è molto basso. È con ansia che attendo tue nuove e di tutti e la più bella festa sarà quel giorno.
22 giugno 1943
Adriana cara, il mondo cammina, e noi siamo fermi, l’attesa di una vostra lettera diventa impaziente. Molte cose mi distraggono ed è un gran bene per me. Come vorrei sentire di nuovo le tue parole, come vorrei rivedere la tua calligrafia. Oggi ho riletto la tua unica lettera che posseggo, è di tanto tempo fa parlava di un’oasi, di raggi di luna e di una musica malinconica sotto le palme. Ora invece vorrei sentire le tue parole per sapere che sei tranquilla che non piangi per la mia sorte. Vorrei sentirmi dire che mi ami e che mi aspetti. Così lontana, ora, mi sembri un mito, una chimera irraggiungibile. E io ti amo, ti amo, perché sei la mia luce. Vorrei poter parlare a te sola, come quando ci sussurravamo parole d’amore all’orecchio, e le nostre bocche si univano per un bacio. Ady mia, un bacio tuo, che cosa lontana! Saprai attendere? Ho quella fede ed è quella che mi sorregge nell’attesa. Solo nei momenti di solitudine, sono pochi però, perché non voglio restar solo, mi prende la malinconia e rivivo i nostri ricordi. Vivo di quelli. Scrivi spesso per via aerea, io per ora sono in bolletta, ho fatto tante piccole spese e col mese nuovo scriverò anch’io via aerea. Ciao Amore mio, ti amo sempre e ti bacio, saluti a tutti Adler.
24 giugno 1943
Mamma cara si avvicina il giorno del debutto sulla scena, sarà lunedì. Domani intanto vado al cinema di nuovo e questo sarà un altro momento lieto di questa mia triste permanenza qui. Oggi c’era un fotografo, ma faceva delle fotografie così brutte che non l’ho fatta, vi sareste spaventati se ve l’avessi mandata. È meglio così. La mia salute è ottima ed ora sono tutto preso dalla prossima recita. Ciao mamma, stai in gamba, ti bacio e ti abbraccio, saluti a tutti, Adler
25 giugno 1943
Mamma cara, oggi snervante giornata di prove. Ho fatto lavori in cotone e carta colorata, poi avevo un mucchio di roba sporca e ho dovuto fare il bucato. È già l’una dopo mezzanotte e mentre Galassini legge un romanzo io scrivo. Stamane sono stato al cinema ed ho passata la mattinata allegramente. La giornata è trascorsa senza che io me ne accorga. Sono i momenti di silenzio, nel mezzogiorno afoso, quando il caldo ti opprime e una indolenza profonda ti scende sul corpo, che si diventa tristi. Il mio spirito va lontano e vi raggiunge. Si pensa al bel giorno del ritorno e con amarezza si pensa che forse è ancora tanto lontano. Si pensa alla prima lettera ed allora si fanno i conti quanti giorni potranno ancora passare prima che ne arrivi una. È così vecchia mia, e ti dico che mai mi avvicino alla siepe dei reticolati che mi divide dalla libertà, al di là di quelli c’è una strada e su quella strada c’è la vita, c’è quella gente che può circolare come vuole ed io la invidio e soffro. Sto sempre, perciò all’interno del campo. Almeno a quello non ci penso. In quanto al resto, mangio, lavo, dormo ed il mio corpo è tagliato a tutte le fatiche. L’altro giorno sono uscito fuori dal campo, mi sembrava di essere un uomo libero. Occorreva del legname per il teatro ed allora con un camion sono andato a prenderlo con alcuni altri. Però quando mi giravo indietro vedevo quella scorta con fucile imbracciato e pensavo quanto triste invece era la realtà. Ciao mamma, ti abbraccio saluti a tutti baci Adler.
29 – 6 – 43 XXI
Adriana cara, stasera gio ieri sera grande debutto nel teatro da noi creato nel campo e di conseguenza grande successo. Nella rivista ho fatto la parte di unica donna, quindi prima donna, e i miei vecchi colleghi sono saliti sul palco e mi hanno offerto una cesta di fiori di carta. Quanto ridere. Stasera replica dello spettacolo per la compagnia vicina. Finalmente il mio sogno si è avverato, ho debuttato con successo. Tutto è stato fatto con mezzi di fortuna, carta colorata, acquarelli ecc.. ma è riuscita la recita a detta di tutti divertentissima. Stasera poi debutto con la squadra di fanteria nel campionato di pallavolo. Di modo che, chi respira più? Due giorni fa un collega mio con cui ho stretto amicizia ultimamente, ha ricevuto la prima lettera, l’ho letta anch’io, e l’ho invidiato, perché da quelle righe egli ha tratto tanta gioia, quando riceverò una tua lettera Adriana cara, quando saprò che anche tu sei tranquilla, se non felice della mia sorte. E poi quando penso al nostro amore, vorrei avere la prova materiale che quell’amore, che tu esisti veramente, che tutto il mio passato non è stato un sogno. Scrivimi Ady cara scrivimi. Ti amo e ti bacio. Saluti ai tuoi cari Adler