Lettere febbraio 1945


20 febbraio 45

Adriana mia cara, nella tua unica lettera del quarantaquattro che mi è pervenuta mi parli dell’inverno e della neve. Trascorreva il marzo 44. Ci pensi che quella lettera è già vecchia di un anno ed è l’unica pervenutami. E non so ancora se tu sia riuscita a diplomarti; certo però che qualche errorino lo fai sempre. Infatti “Buffera” si scrive con una effe sola. Mi raccomando mia cara non ti arrabbiare, oggi sono in vena di scherzare. Anche tu un giorno scherzasti dicendomi “Povero caro, senza qualche gonnella, sembrerai un leone in gabbia” e ti dimostravi contenta perché così chiuso dai reticolati non avrei avuto la possibilità di avvicinare qualche rappresentante del sesso debole. Ricordati però che io sono capace ti tutto! Mia gelosona, lo sai che ti amo, che non desidero che te. Questi due anni e più di distacco forzato e di dolore hanno accumulato in me un desiderio che mi fa soffrire, sogno le tue labbra, sogno il tuo viso, i tuoi baci, tutto sogno ed è perché ti amo, perché non posso averti, perché è inumano quello che dobbiamo soffrire. Oh scusa dimenticavo che oggi ero in vena di scherzare! A quando Ady mia? Tuo Adler