Lettere febbraio 1944


24 febbraio 1944

Adriana mia, bimba mia, solo queste parole d’affetto e d’amore escono dalla mia penna per iniziare una lettera. Tanto tempo è oramai che non ho più tue notizie, eppure sei li nel mio cuore che soffre. Un anno fa, in questo periodo eravamo felici, felici dei nostri baci, ora siamo lontani, divisi dalla guerra, fra noi c’è un abisso incolmabile. Della mia vita che non è variata di una virgola dai primi giorni non ho nulla da dire. Penso solo a te, amore mio che sei diventata una chimera irraggiungibile. Unica mia gioia e grande rimpianto, guardare le tue foto. Quando finirà questa tormentosa attesa? Ricordi un anno fa, Empoli, i nostri baci, tanti e tanti baci, e poi partii e ancora ti sono lontano. Quando risentirò i tuoi baci? Che bello era il nostro amore, quando potrò rivivere? Ora è in letargo, vive di una dolorosa attesa. E’ completo e puro nella sua solitudine. E’ un tormento. Non sono parole amore mio è tormento è il tormento di ognuno come me, è un tormento che potrebbe sfiorare la pazzia. L’amore nostro è amore senza amore, i poeti che cantavano l’amore platonico e sognante non erano sinceri. Il mio amore senza di te è una tortura terribile. Ti amo e soffro amore mio, Adler