4 aprile 1944
Ady mia cara ricevo oggi una tua cartolina dell’agosto. Parecchi mesi sono passati da che avevi scritto quelle righe, ma una certa allegria me l’hai apportata ugualmente. Ti permetti anche di prendermi in giro dicendomi che sei contenta della mia prigionia perché non posso avvicinare donne e mi immagini come un leone in gabbia, purtroppo è proprio così, sembro proprio un leone in gabbia, una gabbia grande, ma sempre una gabbia. Anche noi prigionieri qualche volta abbiamo allevato qualche cagnolino bastardo, e sarò contento di trovarne uno in casa. Negli ultimi tempi avevo tralasciato lo studio ora mi ha ripreso un po’ la volontà e ne sono contento io per primo. L’album poi che ti sto preparando è arricchito di piccoli capolavori. Il tuo ritratto però io non ci sono riuscito a farlo ed allora ho pensato bene di farlo fare ed è riuscito magnificamente. Ho ricevuto una lettera di Cesare che mi parlava di una sua cugina d’America, ma l’indirizzo era cancellato non c’era più. Faglielo sapere. La mia salute è sempre ottima e la mia vita non è cambiata per niente. Ho recitato ancora facendo magnifiche interpretazioni e mi sono divertito, ho abbandonato il ruolo femminile. Ti amo tanto e ti bacio tuo Adler
15 aprile 1944
Adriana mia cara, bimba mia, eppure non sei più una bimba, sei la mia mogliettina e ti penso come tale sempre. Quante cose vorrei sapere! Sei ancora con la mamma? E la casa? E gli esami? Nella mia mente è sempre un turbinio di domande e di ipotesi. Io che vuoi, sto bene, come può star bene un prigioniero. Nulla è mutato dal primo giorno e la monotonia di questa vita è asfissiante oramai. Un anno è passato. E’ passata un’altra Pasqua, abbiamo fatta la messa cantata. Non te l’ho mai detto, ma qui c’è la Cappella e la messa al campo tutte le domeniche. Io faccio parte come corista nei canti in chiesa. La Comunione Pasquale non l’ho ancora fatta, forse la farò, forse non la farò, non ho ancora deciso. Quando desidero sognare, penso al ritorno, penso a te, alla mamma, ad Amos penso meno, lui è uomo ormai e s’arrangerà come io mi arrangio. Penso poi che ritornando sarà più forte più uomo, ma penso anche che sarà più vecchio, vecchio per lo più di spirito. Un anno ancora della nostra gioventù se n’è ito, e la bella gioventù me la vedo sparire fra le mani. Amore mio dove sei? Ti amo, ti amo Adler
20 aprile 1944
Mamma cara, gli anni passano, i mesi passano, i giorni passano e ancora siamo lontani. Pirona cara proprio ieri ho ricevuto una tua lettera scritta da te la bellezza di circa un anno fa. Ancora non sapevo nemmeno dove ero e che fine avessi fatto e si scorgono fra quelle righe, tanti sentimenti inespressi, come il dolore, la speranza ecc.. Anch’io oggi provo quei sentimenti inespressi non sapendo nulla di voi e della casa intera. Mah! che Iddio ce la mandi buona. Io vegeto benissimo e continuo quella solita vita che iniziai circa un anno fa. Ho imparato a giocare a Bridge e qualche sera ogni tanto si passa così. La voglia di studiare invece va e viene come la pioggia, il vento e simili fenomeni atmosferici. Una cosa invece che si è approfondita alquanto è l’amore per Adriana. Ci credi mamma se ti dico che quando verrò a casa avrò solamente voglia di sposarmi e di farmi una famiglia? A fare i prigionieri si mette giudizio si impara a ragionare, e forse troppo. Ciao mamma ti bacio e bacia per me Adriana se ti è possibile. E Amos? Saluta tutti. Adler
26 aprile 1944
Adriana, bimba mia, mogliettina mia cara ogni giorno attendo con ansia l’ora della posta per vedere se mi portasse qualche novità, invece inutilmente spero e attendo. La vita trascorre come al solito normale e senza sbalzi. Unica novità che ha rotto un po’ la monotonia della mia giornata è che ora sono compagno di stanza del Capitano Ughi, il mio amico più grande. La nostra amicizia che pur prima della prigionia esisteva, ora si è approfondita maggiormente, anzi lo considero come un fratello maggiore. Gioco spesso a Bridge con un capitano d’aviazione Ferrarese, si chiama Periotto, lo conosci. A volte ho parlato di te, non ti conosce ma dice però che certamente sarai stata a scuola con sua sorella. Amore mio, quando potremo realizzare il nostro sogno? Sapesti quanto amore, quanta passione, si è concentrata nel mio cuore in questa solitudine materiale e spirituale. Sei così lontana, sei così evanescente, inafferrabile che quasi ami chi a volte potrà un giorno stringerla ancora fra le mie braccia, risentire la sua voce, riavere i suoi baci. E tutto questo perché? Meglio non rispondere. Ti amo, ricordati, medita queste mie parole, ti amo. Sempre tuo Adler