Lettere agosto 1944


  1. 4 agosto 1944
  2. 9 agosto 1944

4 agosto 1944

Adriana mia, rispondere a tue frasi che si perdono nel passato è quasi ridicolo, per non dire tragico. L’ultima tua lettera è di quasi un anno fa. L’ultima tua cartolina invece mi portava i tuoi auguri di natale, quindi relativamente recente, otto mesi di anzianità, non c’è male. La mamma invece ha battuto ogni primato. Una sua sporadica lettera è riuscita a trovare la strada ed è precisamente di tre mesi fa. Mi da notizie di Amos è in Germania e di Franco. Però io non so ancora come tu abbia passato questi ultimi burrascosi tempi e nemmeno so se sei riuscita a diplomarti. Questo per dimostrarti come io sia a corto di tue notizie. Adriana, Amor mio, dimmi dove sei? Che fai? Mi ricordi ancora? Io sono sempre quello, forse più vecchio, nel corpo, spettatore inattivo dell’immane tragedia e non mancandomi nulla quasi mi sento colpevole di non poterti tendere una mano, e non posso nulla, devo solo guardare, ascoltare e soffrire. Amor mio, ti amo, ti sono sempre vicino e te lo dimostrerò un giorno.
Ti bacio Adler

9 agosto 1944

Mamma cara, siamo alle solite, quando inizio una lettera da inviarti, mi chiedo: cosa le dirò oggi? E’ così, la mia vita non è mutata dal primo giorno, vivo in attesa della fine pensando continuamente a te, ad Adriana, ad Amos, a tutti, pensando a quello che sta succedendo, spettatore inattivo. E’ la continua attesa di una vostra lettera, di una notizia rassicurante che mai non arriva. Fortunatamente ho tue notizie abbastanza recenti, cinque agosto, ma è come la goccia d’acqua buttata sul fuoco della mia ansia, della mia sete di notizie. A volte penso al povero papà, aveva ragione e credilo sarà preso da me, sempre, come modello. Ho imparato tante cose che prima non sapevo. E anche tu avevi ragione mamma, me le ricordo le tue parole, ma che vuoi oramai è fatta la frittata, non c’è rimedio. Fatti coraggio e sii forte. Io due braccia le ho, sane, non mi perderò in un bicchiere d’acqua. Anche Amos oramai è un uomo, e anche lui ha sofferto, forse più di me, quello che mi preoccupa non è il domani è l’oggi che ti trova sola e indifesa, ma anche oggi passerà.
Ti bacio e ti abbraccio, mamma, tuo figlio Adler