
Ieri sera non ho fatto in tempo a guardare il programma su RAI 3 “Le 4 giornate di Napoli” ma l’ho recuperato stamattina. Mi interessava perché tra i testimoni intervistati c’era la mia amica Wanda Pane. Mi aveva avvisato lei personalmente che aveva partecipato alle riprese. Quando me l’ha detto era emozionata ed eccitata, come una bambina al primo spettacolo. Wanda è una persona fuori dall’ordinario, ma forse lo è per me perché io sono del nord mentre lei è una napoletana verace, entusiasta di tutto, sempre pronta a buttarsi in prima persona se tiene a qualcosa, soprattutto se crede a qualcosa.
L’ho conosciuta il primo anno che sono andata ad Anghiari, alloggiavamo a SanSepolcro perché non avevamo trovato da dormire in paese e quindi facevamo il breve viaggio che ci portava ad Anghiari insieme. Lì è nata un’amicizia che continua ancora adesso, a distanza, ma intensa come il primo giorno.
Ci sentiamo ogni tanto, ed è una cascata di parole che si intrecciano sul filo del telefono.
Con il documentario sono anche riuscita a vederla e l’ho trovata sempre entusiasta e irruente nelle sue parole. Wanda non riesce a esser distaccata, è la sua natura napoletana – forse – che la fa entrare di corsa in tutto quello che fa. Di corsa… è dire troppo, sia io che lei abbiamo una età che correre non ci fa più, ma Wanda mantiene tutti i suoi entusiasmi intatti. Brava Wanda mi sei piaciuta nel tuo racconto di quelle giornate terribili che hai vissuto quando eri ragazzina, dal momento – possiamo dirlo? – che hai qualche anno più di me.
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