…su cui mi trovo porta in superficie un pensiero vagabondo, che per pigrizia e quieto vivere, ho sempre rifiutato di organizzare.
Difficile che io abbia pensieri vagabondi… a me i pensieri arrivano all’improvviso. Paf! Eccolo! Da dove è uscito? Non lo so. E quando arriva lo metto in pratica.
La mia caratteristica è l’impetuosità, il non pensare alle conseguenze, a non calcolare mai, ad agire.
È successo così quando ho preso la decisione di chiedere la separazione da mio marito. Ricordo distintamente, come se fosse ieri. Mi vedo da sola su quel marciapiede mentre lui mi lasciava per attraversare la strada.
Io lì ho pensato, e il mio pensiero era così forte che, anche se non ho pronunciato parola, lo sentivo distintamente. «È finita, affronta la cosa e difenditi. Pensa a te, sii cinica, quel bastardo non merita nulla, ora alza la testa e comincia a vivere»
Sono seguiti giorni difficili, ma non ho mai rinnegato al mia scelta ed ho affrontato le conseguenze.
E quando ho deciso di iscrivermi all’università? Stessa cosa, dieci minuti prima stavo leggendo il giornale, dieci minuti dopo stavo telefonando per avere informazioni e il giorno dopo ero a Pisa in segreteria. Mai pentita di quella scelta che per molti è stato un colpo di testa, ma che ho portato avanti con gioia e orgoglio.
Quindi i pensieri vagabondi dove vanno? Da me no di certo. Forse se ne volano da qualcuno che sa accoglierli o che se li tiene lì al caldo, se li coccola e coltiva prima di metterli in pratica o scacciarli. Ciao, ciao!
A proposito… le mie sedie sono comodissime.