La paura


Un breve racconto pubblicato sul blog del Gruppo Scrittori Firenze

Non è una persona che ha paura, anche se vive da sola, quando sente un rumore non va a nascondersi e non è abituata a dare doppia mandata alla porta di ingresso; tanto che prendeva sempre in giro una amica perché era una fifona. 

Ma stamattina si è resa conto che anche in lei abita la paura. Sotto la doccia, all’improvviso, chiudendo gli occhi per un attimo tutto ha cominciato a girare intorno, tanto che ha dovuto aggrapparsi al sostegno della doccia e riaprire subito gli occhi per poter rendersi conto di dove si trovasse. 

È stato in quel momento che ha detto tra sé e sé: «Ho paura, ho paura di cadere, di farmi male e vivendo sola che nessuno possa trovarmi», ha pensato che cadendo avrebbe potuto farsi male davvero e ha ripercorso tutte le volte che negli ultimi tempi era caduta. 

Un ginocchio che cede, un piede messo male su un gradino, un inciampo ma soprattutto i capogiri che la prendono all’improvviso quando gira la testa in modo brusco. 

La paura è lì, in agguato, una paura sotterranea e quasi inconscia che la accompagnava e non lo sapeva. 

Capisce che è per questo che non va quasi più da nessuna parte, che quando esce con suo figlio si aggrappa istintivamente al suo braccio, che quando cammina su un marciapiede non guarda più ciò che la circonda, ma dove mette i piedi a cercare, anticipandolo, un mattone sconnesso che potrebbe farla cadere.

È la paura di dover limitare la sua mobilità che è anche la sua indipendenza. Lei odia dipendere da qualcuno, le è già successo di rompersi una gamba, dover stare immobile e  aver bisogno di qualcuno che provvedesse alle sue necessità, una sofferenza, non per il male, ma perché non vedeva l’ora di liberarsi e tornare autonoma. 

Eppure la strada che sta percorrendo la porterà forse in quella direzione, e sarà, diventerà, una vecchiaccia bisbetica e rancorosa, insopportabile.

Più passano gli anni e più si sente dipendente da qualcosa o qualcuno. Gli indizi ci sono tutti, e… ha paura, questo le fa paura. 

Non ha paura di morire, ha paura di non avere più la sua libertà, di dover vivere i suoi ultimi anni dipendendo da qualcuno che la accudisce.

Allora sta attenta a non cadere, a non farsi male, è prudente e vigile, per posticipare il più possibile la paura, ma lei è lì, sempre più presente a ricordale che non è immortale e la leonessa che c’è in lei, dovrà prima o poi cedere lo scettro.

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