La massaia


Non sono una buona massaia! Non lo sono ora e non lo ero nemmeno prima, prima che  passassi la soglia dei 70 anni. Anche se non me la cavo male in casa, la massaia è un’altra cosa.
Chissà perché sento il concetto di massaia come quello di una donna tutta dedita alla casa e alla famiglia. io per casa ho uno sputo di metri quadri e la famiglia non ce l’ho, o meglio… non ce l’ho più.
Una volta avevo una famiglia e la massaia della mia famiglia svanita era mia sorella. Lei sì che era una massaia. Ne aveva la vocazione, le piaceva dedicarsi alla casa e alla cucina, le piaceva accogliere intorno a un tavolo tante persone, ricevere gli amici, far vedere la sua casa nel migliore dei modi, tenerla pulita e in ordine.
Io no. Ho un aiuto che mi lava i pavimenti e dà una spolveratina alle mensole, io provvedo a fare esperimenti culinari e a dare una spazzatina ogni tanto al micro-appartamento che abito.
Ora con la gatta sono costretta a tenere pulito il bagno, raccogliere la sabbia che lei sparge sul pavimento, sgridandola ogni volta, come se lei potesse capire… e lavare in terra. tutto qui.
Mi piace più starmene, come ora, al computer a leggere, documentarmi e scrivere che tenere in ordine la casa. Faccio il letto, non tutti i giorni, tanto che bisogno c’è…
Oggi l’ho fatto perché ho cambiato la coperta di cotone con quella di Pile. Dovrei fare la lavatrice, la farò. Ma poi non amo stirare, non capisco chi stira anche le mutande e i calzini.
Non me ne faccio un cruccio, preferisco fare altre cose o non fare niente. Ieri per esempio mi sono vista tutta la prima serie di Downton Abbey che avevo già visto ma che non ricordavo come inizia.
Poltrona a gatta sulle gambe, ho trascorso la giornata così. In quel momento ero una vera “anti-massaia”.


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