“Il sol dell’avvenire”: il film

Mi ci è voluto un po’ per elaborare e poi rielaborare l’ultimo lavoro di Nanni Moretti, un film che ho sentito dentro di me in modo contrastante. Un richiamo a Fellini e ai suoi personaggi fantasiosi e poco probabili, vedi il circo o il produttore francese – chi mai affiderebbe una produzione a un tipo del genere –  ma anche nel personaggio di Giovanni, così caricaturale nella recitazione, negli atteggiamenti, negli sbalzi di umore e nella depressione cronica.

Mi ha molto ricordato un altro film che ho visto poche settimana fa: “Il ritorno di Casanova” per il soggetto in cui un regista deve girare un film che lo tocca nelle proprie corde personali ed emotive.

Ma mentre nel film di Salvatores le sequenze venivano caratterizzate, nella temporalità dell’oggi,  dalla mancanza del colore e il fulcro del soggetto era la immancabile senescenza dell’uomo, Moretti ha messo davanti alla macchina da presa la nostalgia di un passato che proprio perché passato diventa immutabile.

Il cinema però ha il potere di cambiare la storia, o perlomeno di illudersi di poterla cambiare, tanto che  avvenimenti tragici e scelte discutibili diventano “non accaduti”. Qui Moretti stravolge la partecipazione del partito comunista alla rivoluzione ungherese del 1956. La storia ci dice che il PC italiano appoggiò la repressione sovietica in Ungheria,  i titoli dell’Unità dell’epoca ce lo ricordano, nessuno nel nostro paese alzò la voce per difendere il legittimo desiderio di libertà dei magiari. Tra parentesi… come non paragonare gli avvenimenti di 65 anni fa con quello che è successo un anno fa in Ucraina!
Allora tutti zitti e acquiescenti. 

Ma il film racconta un’altra cosa, quello che sarebbe successo se invece il Partito avesse assunto un’altra posizione difendendo gli ungheresi e schierandosi per gli invasi.

Tutto questo però è solo una parte della storia del film, quella politica, perché a corollario ce ne sono almeno altre tre. La storia d’amore di Giovanni, oggi regista con un copione sempre stravolto dalle sue vicende sentimentali; la storia d’amore dei protagonisti del film da girare che fa cambiare il corso della storia, quella con la S maiuscola, e l’Italia degli anni ’50 appena uscita dalla guerra e pronta a ricominciare. Il tutto imbastito con il filo di una narrazione surreale: come dicevo prima c’è molto Fellini e non solo. Citazioni di altri film e registi ne vengono porte a ogni scena.

Moretti è lui, con la sua recitazioni a scatti che può piacere o no, ma circondato da attori che sanno fare bene il loro mestiere: Orlando, Buy, Bubulova oltre a giovani attori che non conosco. 

Non so se “Il sol dell’avvenire” è un capolavoro, come ho letto in giro… 

“Ai posteri l’ardua sentenza” diceva Napoleone!


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