Il dono


Qualche giorno fa ho ricevuto un dono, uno di quei doni che fanno bene all’anima, allo spirito, ma anche al corpo, perché mettono addosso una sensazione di benessere che difficilmente si prova. È arrivato all’improvviso, il postino ha suonato il campanello perché aveva un pacchetto che non entrava nella cassetta e mi sono ritrovata fra le mani la busta marroncina con sopra il mio indirizzo. Guardo il mittente e subito un sorriso mi illumina il volto. Bice L. si lo dico pubblicamente, perché il regalo che mi ha mandato Bice è uno dei più belli.

Non so se leggerà queste parole, ma magari sua figlia potrà leggergliele perché lei ci vede poco e col tempo è anche peggiorata. Quindi Bice. Che cosa mi manda? Ma certo un libro! Un libro in cui la figlia ha raccolto tutti i suoi scritti, moltissimi sono quelli che ha scritto negli innumerevoli laboratori che ha seguito alla Coop, ma anche altri che ha scritto durante la sua lunga vita. Oggi Bice ha 92 anni, ricordo quando diceva che per lei -ex insegnante di matematica- era troppo tardi per imparare a scrivere, e invece quanto ha scritto!
Sono quasi 300 pagine in formato A4, piene, piene di ricordi, di pensieri, di poesie, di petit onze, piene della vita di B. raccontata come solo lei ha saputo raccontare.

Sfogliare le pagine del libro mi ha commosso, non tanto per quello che c’era scritto, che conoscevo, anche se ogni volta leggere è una sorpresa, ma per il pensiero che Bice e sua figlia hanno avuto, il desiderio che avessi anche io la prova tangibile della sua vita. Non è una autobiografia, ma nell’insieme anche disordinato della raccolta, la sua vita c’è tutta, dall’infanzia al presente, dalle rinunce alle conquiste.

La cosa che mi ha fatto commuovere di più non è stata la dedica nei miei confronti che ha voluto inserire, ma le parole che nell’introduzione ha scritto la figlia. “Con questi scritti ho conosciuto mia madre”. Bice è stata sempre sincera quando scriveva, e questa sincerità ha fatto si che una figlia all’inizio distante abbia capito che sua madre, non era solo la mamma, ma una persona con sentimenti, desideri, aspirazioni, dolori e delusioni, sempre però vissuti con l’ironia e il sorriso. Grazie Bice, mi rimarrai sempre nel cuore, anche se non potrai più venire ai laboratori, la tua sedia ci sarà sempre, pronta a riceverti.
Grazie amica mia, oggi ancora più cara.


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