
Sì, ho traslocato, dopo tanti anni trascorsi a Sesto Fiorentino mi sono spostata un po’ più a sud.
Per questo sono stata un po’ latitante sui social e qui sul blog. Troppe cose a cui pensare, troppi problemi da risolvere e non è ancora finita.
Scatoloni, su scatoloni a formare pile di cartone con dentro di tutto. Un trasloco è un resoconto di quello che una persona è sulla terra. Spuntano fuori ricordi, attraverso oggetti dimenticati, che fino a poco prima riposavano indisturbati in qualche angolo e che all’improvviso si palesano. E io devo decidere se portarlo ancora con me o lasciarlo all’oblio.
Un trasloco è un grande esercizio di pazienza, ma non solo, è qualcosa che smuove nell’intimo più profondo, è uno sradicamento. Si diventa alberi che da un giardino passano a un altro e occorre stare attenti a portare una zolla di terra sufficiente a farlo attecchire. Né troppa, né troppo poca perché se è troppa rischia di soffocare, ma se è troppo poca rischia di morire.
Io poi non sono più un giovane virgulto che si attacca e prende nutrimento dovunque. Ho bisogno di respiro, di tempo per adattarmi a nuovi spazi.
Chi sembra tranquilla è lei la mia compagna di avventura, dorme beatamente alle mie spalle sulle scatole ancora da aprire.