
Sono andata a vedere “Gli spiriti dell’isola” un film estremamente duro e molto coinvolgente. Le recensioni lo definiscono “tragicommedia” io ci ho visto più la tragedia che la commedia, una tragedia innescata da una decisione inspiegabile per uno dei protagonisti.
Credo, a quanto ho potuto capire, di aver visto un film che celebra la solitudine, solitudine di uomini che vivono su un’isola distaccati da tutto e da tutti.
Quando i punti fermi cadono, per una qualsiasi ragione, tutto cade, anzi, crolla rovinosamente. Un’amicizia basata non si sa su quali basi all’improvviso viene interrotta e rimane il vuoto, la solitudine totale, a cui non si sa dare ragione. Tutto precipita, l’uomo buono e gentile diventa cattivo e vendicativo, quando si sente abbandonato. Su tutto incombe la morte, uno spirito malvagio che con la sua falce decima le anime e fa cadere i vivi.
Benissimo interpretato e con una fotografia strepitosa sui paesaggi nordici dell’Irlanda, lascia lo spettatore con un finale che non dice quello che succederà. Ma forse tutto è già successo e da quel momento in poi la noia riprenderà il sopravvento.
Da un luogo così non si può che fuggire, o restare e soccombere.
Gli spiriti dell’isola: regia di Martin McDonagh con Colin Farrell e Brendan Gleeson.