Francesco Piccolo: “Momenti di trascurabile felicità” e “Momenti di trascurabile infelicità” “

Da qualche giorno mi sono arrivati due libri che non possono essere letti divisi, anche se sono usciti a distanza di qualche anno l’uno dall’altro.
I momenti di trascurabile felicità e infelicità devono essere letti in parallelo. Un po’ uno e un po’ l’altro, proprio per mantenere l’equilibrio tra i due poli opposti della felicità.

Quando si è felici e quando si è infelici? Devono essere avvenimenti tragici o iperbolicamente esaltanti per registrare ciò che ci sta succedendo nella vita?
Piccolo con i suoi due libretti ci dice che anche attendere dal fioraio può essere un momento felice, o avere l’acqua quando si ha sete o un letto quando si ha sonno, così come di diventa infelici quando si è costretti a innaffiare le piante a qualcuno che è andato in vacanze, non perché loro sono in vacanza ma perché limitano la tua libertà, oppure quando si aggrovigliano i cavi della cuffietta per ascoltare la musica e bisogna stare 30 secondi a sbrogliare tutto. Cosa sono 30 secondi? Ma vuoi mettere il fastidio di vedere quei nodi inestricabili?

Mi chiedo: felicità e infelicità possono essere trascurabili? Forse si se non ci facciamo caso, se ci facciamo scorrere sopra ciò che succede nella nostra vita senza farci attenzione, senza osservare la nostra vita, senza apprezzarne ogni momento.
Il trascurabile diventa fondamentale quando invece ci rendiamo conto che lasciar andare ogni momento significa perderlo, sia esso bello o brutto e arrivare alla fine della vita dicendo “Ho vissuto, ho amato, ho guardato negli occhi ciò che stavo facendo”, sia esso piacevole o sgradevole.

Ogni cosa che ci succede è sempre perennemente in bilico tra felicità e infelicità, ciò che mi rende felice potrebbe rendere infelice qualcun altro o viceversa ed essere infelice potrebbe essere l’inizio di una qualche felicità.

Come è difficile stare in bilico sulla bilancia! Evitare di precipitare da una parte o dall’altra sapendo che “Ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle e brutte; e ho imparato che – come i bastoncini dello Shanghai – se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di più”.

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