Francesco Piccolo: “Il desiderio di essere come tutti”

Ci ho messo un po’ di tempo per leggere “Il desiderio di essere come tutti”. Mi è stato regalato e, forse per pigrizia, l’avevo messo da parte quasi come se volessi dimenticare l’invito silenzioso che mi aveva fatto la persona che me lo aveva donato: provare a riconoscermi nel libro.

Poi a poco a poco è subentrata la curiosità (solita curiosità!) di esplorare i due mondi in cui è diviso il testo, la vita pura e la vita impura accostate a due nomi che per anni sono stati sulla bocca di tutti: Berlinguer e Berlusconi. Sto attraversando un periodo, ma non credo solo io, in cui la politica raccontata, urlata, eccessiva, mi disgusta. Cerco di evitare il più possibile i dibattiti, diventati quasi quotidiani, i talk show, i programmi televisivi in cui sempre i soliti personaggi sono onnipresenti. Mettermi anche a leggere un libro in cui la politica sembrava il protagonista principale era troppo. Ma ho cominciato a leggere ed ho potuto entrare in quella che è una vera analisi, spietata e intima di come si forma un amore politico.

L’adesione a un partito, ad una corrente, ad un movimento nasce all’improvviso così come nasce all’improvviso un amore, c’è un attimo che fa da spartiacque, prima non c’era e poi è lì presente e forte, tanto forte da condizionare una vita intera.

Così come l’amore, l’adesione ad un’idea politica ha i suoi alti e bassi, momenti in cui ci si sente forti e invincibili e momenti in cui tutto sembra crollare, in cui ci si sente inadeguati, diversi, fuori dal coro. È in questo dualismo che si snoda la storia personale dell’autore, tra momenti in cui l’appartenenza politica è viva e presente e momenti in cui essere di sinistra ha significati che si ripercuotono anche nella vita privata.

La vita pura è l’innamoramento, l’adesione all’idea, il sentirsi tutt’uno con il collettivo, il piacere di far parte di qualcosa che dà speranza; la vita impura è la delusione, il tenersi stretto a qualcosa che si sente sfuggire, è vivere anni di solitudine, è tenersi dentro le disillusioni mentre la vita scorre e tutto sembra riassumersi nel “Chesaràmai”. La vita, sia quella politica che quella privata può essere impegno, lotta, ma anche leggerezza e divertimento, è quell’insieme di alti e bassi che tutti noi, che viviamo più o meno consapevolmente, ci troviamo a cavalcare; la vita non è mai tutto bianco o tutto nero, ma una infinita sfumatura arcobaleno che illumina come un caleidoscopio i momenti felici e tristi, e anche quelli così, così.

Ecco perché mi sento di consigliare questo libro, perché ci fa capire la nostra finitezza, il fatto che non siamo tutti eroi, che le nostre passioni, sono si passioni, ma devono comunque fare i conti sia col nostro vissuto personale, sia con avvenimenti su cui non abbiamo alcun potere. La vita va avanti nonostante tutto.

Da questa lettura ho capito che la politica non è quella con la P maiuscola che vedo in televisione, ma quella che agisco ogni giorno con il mio comportamento, con le mie azioni, con le mie scelte.

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