Felicità


E così anche questa seconda Pasqua di sacrifici, sta per finire… Forse sacrifici per tanti, ma non per me. Io oggi sono stata felice, me ne rendo conto solo ora che sono tornata a casa e la felicità la sento dentro di me. Quando succede, che arrivi la felicità, non ce se ne accorge mai, la si sente solo dopo e si dice: ma sì è vero, che belli quei momenti, ero felice! e allora occorre tenerli stretti e scriverli perché altrimenti si corre il rischio di dimenticarli e non è giusto che sfuggano e si sciolgano nelle ore successive. Niente di trascendentale, ma oggi ho tenuto vicino a me mio nipote nel divano a guardare cartoni, ho fatto una lunga passeggiata con mio figlio per sentieri che non conoscevo, mi ha portato persino al Cimitero per farmi vedere una cosa che lo aveva incuriosito, mia nuora ha fatto un pranzo tutto vegetariano, non sono stati sacrificati agnelli e capretti, nessun animale sulla nostra tavola a parte i pulcini di uova sode, abbiamo pranzato con calma, sereni, aperto l’uovo di cioccolato, con l’immancabile inutile sorpresa, poi telefonate alle persone care lontane, mio zio quasi centenario -come faremo a fargli una bella festa a giugno? Ma questo è un pensiero che verrà… la colomba arrivata da Milano, con un gesto affettuoso, e poi uno, dieci, mille piccoli gesti di affetto che hanno riempito la giornata. È vero è stata una Pasqua di sacrifici, ma non per me, io ne vorrei centomila di giornate come questa. Ma era una e allora me la tengo stretta come un bene prezioso da ricordare, da richiamare quando magari i sacrifici ci saranno davvero.


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