Dove va la memoria?

Stavo camminando sulla strada che porta all’ospedale di Ponte a Niccheri, con le cuffiette alle orecchie, stavo ascoltando un libro su Audible. 

Quando incrocio qualcuno che cammina con le cuffiette mi chiedo sempre se ascolta musica o parole, al 99% ci scommetterei, è musica, ma io preferisco le parole. Ascolto libri su Audible con piacere, è come quando da piccina mi facevo raccontare le favole dalla nonna… o almeno penso sia così perché a me le favole non le ha mai raccontate nessuno, la nonna mi raccontava altre storie, non le favole… ma il gusto di sentire raccontare mi è rimasto. 

L’audio libro è un pretesto per saggiare il libro che mi interessa, se poi mi piace e credo che possa essere interessante anche vedere il testo stampato, sia esso stampato sulla carta o sullo schermo, allora poi magari lo compro in altro formato.

Dunque stavo camminando, e ascoltando, pensando a quello che mi veniva letto, cercando di afferrare alcuni passaggi che mi davano spunto di riflessione, tanto che ho pensato: «Questo libro è interessante, ha dei passaggi che mi piacciono, vorrei fermarli e rifletterci un po’ su, quando arrivo a casa controllo se c’è in ebook e lo compro…»Così ho fatto ma quando sono arrivata sul sito di Amazon ho trovato l’avviso: “Hai acquistato questo articolo l’ultima volta il 16-Nov-2018”.
Ohibò! Come è possibile? Se la memoria infallibile di Amazon mi dice che l’ho comperato – ben 5 anni fa – allora vuol dire che è nascosto da qualche parte nella mia biblioteca e non mi ricordavo assolutamente di averlo letto, né tanto meno comperato.

La cosa mi preoccupa… possibile abbia dimenticato un libro che evidentemente mi dà delle sensazioni se 5 anni fa l’ho comperato e oggi lo vorrei di nuovo? Ebbene sì, il libro è qui a casa mia e posso leggerlo – dovrei dire rileggerlo? – come se fosse un nuovo libro, perché mi ero proprio dimenticata di averlo comperato.

Questo succede spesso, purtroppo, l’episodio del libro è solo un segnale, di cui oltretutto parla il libro in questione, ecco qui il passaggio. 

Onestamente non sai se questo continuo dimenticare può essere una malattia, principio di quei malanni di oggi legati alla perdita della memoria, la demenza, l’Alzheimer. Non lo sai e neppure intendi saperlo, dove andranno i ricordi li seguirai e se dovessi un giorno scordare persino il tuo nome andrà bene comunque così. Perché c’è sempre la scrittura che ti salva dall’abisso, dal terrore di perderti nell’oscurità della dimenticanza. È lei la tua memoria. Dalle parole che scivolano sulla tastiera riemergono le vite e i luoghi attraversati, I volti riprendono forma, i nomi riacquistano vita.

Ecco è proprio così, anche io come l’autore del libro che avevo dimenticato, sono salvata dalla scrittura, dal mio diario che non riporta tutto minuziosamente – è vero – ma mi riporta nel tempo passato e mi fa rivivere sensazioni, amicizie, cose belle, ma anche dolori e delusioni. Allora anche io non mi preoccupo più, vado avanti con la mia memoria bucherellata dall’età, che probabilmente ha trattenuto solo i pezzetti più grandi quelli che non passano dalle maglie fitte del colino, forse i più importanti? o forse solo quelli che servono per andare avanti. 

Una volta ho scritto un petit onze che sono andata a recuperare – l’avevo scritto!

Dimentico
le cose
che devo ricordare.
Ricordo le cose da
dimenticare.

Così è la vita!


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