Non so da dove sia uscito Dody , certamente dalla fantasia di mia nonna Iride che appena dopo la mia nascita, appena saputo che mio padre voleva battezzarmi Ada, un nome corto che cominciasse per A, e non storpiabile, ha prima aggiunto Linda al mio certificato battesimale facendomi diventare Adalinda, poi si è inventata Dody ed io Dody sono diventata.
Immagino le resistenze di mio padre, che poi si è adeguato perché mia nonna era un carro armato che non si fermava davanti a niente: «Come sta Dody?” quando telefonava, e poi: «Ciao Dody, Dody vieni qui dalla nonna!» un martellamento tale che tutti si sono arresi.
A Modena dove abitavo nessuno sapeva che mi chiamavo Ada, tutti mi chiamavano Dody, gli amici Dody, le amiche Dody, in palestra Dody, tutti i parenti Dody.
Mi sono chiamata Dody anche quando mi sono fidanzata e poi sposata. Sulle partecipazioni di matrimonio c’era scritto:
“Adler e Adriana A. annunciano il matrimonio della propria figlia Dody A. con….” perché se scrivevano Ada A. tutti si sarebbero domandati chi mai sposava quel giovanotto venuto da lontano.
Ancora il mio ex marito mi chiama Dody, e tutti i suoi parenti.
Se devo dire la verità io mi trovavo bene nel nome Dody, mi sembrava che mi calzasse morbido, era un nome sbarazzino, un po’ ingenuo, stava bene addosso a me nell’epoca della gioventù: anni 60/70. Ho deciso di sbarazzarmene quando dopo la separazione ho preso consapevolezza che quel nome che era stato il mio per quasi 35 anni, non era più adatto alla mia situazione, ai miei progetti. E allora sono ritornata Ada.
C’è voluto un po’ per togliermelo di dosso e in effetti ancora non me ne sono liberata del tutto, io ora sono completamente Ada, ma Dody è rimasta in un taschino della mia giacca e viene fuori solo quando sente odore di passato, come un bambino capriccioso che non ne vuole sapere di essere messo da parte.
Io, con un dito, lo ricaccio indietro e lui torna a dormire per un altro po’.
Ormai sono Ada e ringrazio mio padre per aver scelto il mio bellissimo nome.