
…e altri amori malinconici.
Ecco un libro che è entrato in casa nella sua forma più sostanziosa. L’ho ascoltato nel mio cammino mattutino poi il desiderio di rivedere e consultare i tanti riferimenti bibliografici mi ha convinto ad acquistarlo. Per una come me, lettrice compulsiva e onnivora sapere che ci sono anche altre persone al mondo che come me divorano i libri è consolatorio.
Le lunghe sedute di lettura sul divano di Daria, obbligata a stare in casa da una madre ansiosa, mi hanno ricordato i miei pomeriggi in compagnia di tutto il leggibile che trovano in casa. Non mi hanno stupito i titoli dei libri, più da “grande” che da giovinetta perché anche io, fino a quando non ho trovato uno zio che sganciava un po’ di soldini da spendere in libreria, mi sono dovuta adattare ai classici polverosi probabilmente eredità degli studi magistrali di mio padre.
I libri come rifugio, come evasione, anche se le due cose possono sembrare antitetiche. Anche io “da ragazza, ero una lettrice agonistica.”Poi mi diedi allo sport e le letture passarono un po’ in secondo piano. Per Daria Bignardi invece continuarono, e il lunghissimo elenco di autori, specialmente di storie torbide e paurose l’accompagna per tutta l’adolescenza. La foresta della notte di Djuna Bernes e Il demone maschio di Sologub fino a oggi non li avevo nemmeno sentiti nominare. Mentre Così parlo Zarathustra di Nietzsche quello sì, lo conosco… Se quelli sono stati i libri che le hanno rovinato la vita sono stati molto diversi dai miei.
Il libro è diviso in capitoli, ciascuno con i nomi dei mesi che si susseguono nell’arco di un anno. Un anno che abbraccia temporalmente l’intera vita di Daria, dall’infanzia fino alla maturità. È quella che si chiama una autobiografia a tema, attraverso il racconto dei libri che l’hanno accompagnata si viene accompagnati in una intima confessione, che traspare capitolo dopo capitolo. Noi non siamo solo influenzate dalla persone che abbiamo incontrato o dagli avvenimenti che hanno caratterizzato la nostra vita, ma anche dai libri che abbiamo letto.
Mi sono chiesta, leggendo, del perché del titolo. Davvero tutti i libri letti in una vita possono rovinarla? O l’affermazione è solo un pretesto per dire l’opposto? Perché anche a me i libri hanno rovinato la vita nel senso che sono stati tanto presenti che a volte annegavo nelle storie che leggevo, annaspavo in improbabili identificazioni con i personaggi che conoscevo leggendo e volavo sulle ali della fantasia, perdendo il contatto con la realtà.
La soluzione può essere nel sottotitolo “e altri amori malinconici”. I libri sono stati indubbiamente un grande amore per Daria Bignardi, ma accanto ai libri c’è anche molto altro, ci sono le relazioni che nascono anche grazie alle letture, ci sono gli amori malinconici e non, ci sono le possibilità che si aprono nel mondo dell’editoria.
“il nostro tempo sulla Terra è poco, e bisognerebbe vivere per sempre solo per leggere, che è così furiosamente bello“
La lettura diventa un mezzo per aprire porte su scenari inaspettati, che sarebbero rimaste chiuse se anche i libri fossero rimasti chiusi.
Un libro, questo, in cui mi sono identificata, mi sono immedesimata e che ho prima ascoltato e poi letto con passione. Che anche questo contribuirà a rovinare la mia vita?
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