
Come si legge un libro di poesie? Questo mi sono domandata oggi quando ho ripreso in mano “Salvo il crepuscolo” di Julio Cortazar.
Ho comperato il libro poco più di in mese fa, ma è rimasto sul comodino ad attendere che avessi il ‘sentimento’ per prenderlo in mano.
Mi piace Cortazar, me lo ha fatto apprezzare un mio professore all’università consigliandomi il suo capolavoro “Rayuela. Il gioco del mondo“. Ho poi letto “Bestiario” e “Storie di Cronopios e Famas” tutte in prosa. Non conoscevo però la sua produzione poetica e conoscere “Salvo il crepuscolo” è stata una piacevole sorpresa.
Ma appunto, come si legge un libro di poesie? Tutte di fila oppure saltando qua e là a seconda dell’ispirazione, del titolo o del caso che mi fa fermare su una pagina?
La quarta di copertina recita: «Non accettare altro ordine che quello delle affinità, altra cronologia che quella del cuore, altro orario che quello degli incontri intempestivi, gli unici veri». credo che adotterò proprio questo criterio, un ordine che mi viene proprio da questi consigli, e accetterò gli incontri con la scrittura di Cortazar quando meno me lo aspetto, in un ordine che mi verrò dettato dal momento.
Il futuro
E so benissimo che non ci sarai.
Non ci sarai per strada, nel momento che sgorga di notte
dai pali della luce, neppure nel gesto
di scegliere dal menu, neppure nel sorriso
che allevia i vagoni pieni della metro,
neppure nei libri prestati nel pure negli a domani.
Non ci sarai nei miei sogni,
nella meta originaria delle mie parole,
neppure in un numero di telefono ci sarai
o nel colore di un paio di guanti o di una camicetta.
Mi arrabbierò, amore mio, e non sarà per colpa tua,
Che comprerò cioccolatini ma non per te,
aspetterò all’angolo al quale non verrai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so benissimo che tu non ci sarai,
neppure qui dentro, la prigione dove ancora ti trattengo,
neppure la fuori, questo fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai affatto, non sarai nemmeno ricordo,
e quando penserò a te penserò un pensiero
che oscuramente cercherà di ricordarti.
“Salvo il crepuscolo” pag. 150
Ed ecco che, dopo aver aperto una pagina a caso, ho letto una poesia e sono stata trasportata nel mio passato, quando anche io ho scritto qualcosa che non assomiglia neppure lontanamente in bellezza a quella qui sopra, ma è stato un incontro ‘intempestivo’ un ricordo che finalmente ha trovato le parole.
Forse a questo serve un libro di poesie.