
Due giorni fa è venuta a mancare la mia amica storica, una persona che conosco da 56 anni. La Rina è stata una presenza costante fin dal mio arrivo a Firenze nel lontano 1967, l’anno dopo l’alluvione. Lei, 15 anni più di me, e il marito sono diventati il punto di riferimento per me studentessa fuori sede.
Negli anni, poi, abbiamo continuato a frequentarci, tra alti e bassi, come succede nelle vere amicizie, abbiamo litigato, ci siamo riappacificate, io a volte non la sopportavo e lei si offendeva, ma gli anni sono passati e Rina c’era sempre. Quando è nato mio figlio per lui è stato naturale chiamarla “zia” anche se non esisteva alcun legame di sangue, per lei, che non aveva figli, era il piccolo da coccolare e viziare.
Quando il marito è mancato il legame si è rafforzato ancora di più, Rina contava su di me, su di noi, come se fossimo la sua famiglia, sempre orgogliosa e indipendente ha vissuta da sola fino a che ha potuto. Non aveva parenti, che potessero occuparsi di lei.
Gli ultimi anni li ha trascorsi in una casa di riposo, anni pesanti per via della pandemia che ha isolato le persone e per la malattia, che ha colpito anche lei. Il suo ultimo compleanno 90 anni lo abbiamo festeggiato insieme, l’abbiamo portata al ristorante ed è stata la sua ultima uscita.
Nella foto un suo compleanno, al mare a Viareggio.
La saluteremo sabato prossimo alle 10:00 presso le cappelle dell’OFISA in via delle Panche 56.