“C’è ancora domani”: il film

Ieri sera cinema, una bella abitudine che mi fa stare viva e aperta sempre a nuovi stimoli. Sala strapiena, tutti i posti occupati, mi hanno detto che la sera prima è stato uguale. Perché? Proiettavano il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”. 

Avevo letto recensioni entusiastiche di questo film e in parte, in effetti, non mi ha deluso, anzi ho potuto apprezzare una bella storia – bella i fa per dire, perché una storia di violenza famigliare non è mai bella.

Delia/Cortellesi è una donna un po’ scialba, ma con la forza di una leonessa che difende i suoi cuccioli, anche picchiata da un marito manesco riesce a sopportare, fino a che la misura diventa colma. Sgobba, lavora come una ciuca, cucina, pulisce e accudisce uno suocero allettato, fa i lavori più umili per raggranellare un po’ di lire per fare l’abito da sposa alla figlia adolescente fino a che capisce che per lei non c’è futuro, ma forse un futuro potrà avere la figlia che costretta a lasciare il fidanzato – anche lui sulla strada del prevaricatore – adesso si dispera.

Il periodo è quello successivo alla seconda guerra mondiale, quando l’Italia muoveva i suoi primi passi. Siamo alla vigilia del referendum Monarchia e Repubblica il primo in cui le donne sono ammesse al voto. Già possedere un certificato elettorale potrebbe essere motivo di scontro con il marito padrone.

La storia si snoda tutta intorno al nucleo familiare di Delia e alla cerchia delle donne che la circondano e più o meno la sostengono. Senza fare però nulla per difenderla.

Girato in bianco e nero la Cortellesi, anche regista, cerca con questo espediente di entrare nelle atmosfere del dopoguerra richiamando senza però riuscirci le emozioni di film ben più blasonai del suo.

Come ho letto in un’altra recensione «Le Cortellesi non è la Magnani!» e probabilmente non voleva nemmeno esserlo! A volte il racconto sfiora la macchietta quando forse per alleggerire la narrazione le scene di violenza diventano una pantomima. Mastrandrea nei panni del marito/padrone è perfettamente calato nella parte: il romano burino e ignorante gli riesce alla perfezione. I personaggi di contorno sono piatti, o buoni o cattivi, le amiche sono dalla sua parte o contro di lei, l’amica del cuore non sa dirle chiaro che deve far smettere il pestaggio e che potrebbe andarsene.

La figlia è terrorizzata e vergognosa di una famiglia disfunzionale, i due ragazzini sono sulla strada di prendere le pedate del padre, litigiosi e maneschi a cui importa solo di impossessarsi della stanza del nonno quando questi tira il calzino! L’affettività è a livello zero e anche quando Delia incontra il militare americano, che vuole aiutarla, non riesce a capire che potrebbe esserle d’aiuto. Non sa la lingua, non capisce, scrive con difficoltà, le sue qualità sono state tutte convogliate nel fare la madre e la moglie, peccato che non siano apprezzate.

Insomma, dopo tutti questi difetti, però, devo dire che il film mi è piaciuto, certo non è il capolavoro per cui si riempiono le sale, ma è un film onesto che mette sotto gli occhi la condizione delle donne uscite dalla seconda guerra mondiale. Un film didascalico da far vedere alle giovani d’oggi, perché se loro oggi sono così, libere e indipendenti, tutto deriva dai sacrifici di quelle che sono state le loro nonne.

Il nome Cortellesi, molto amato, ha certamente contribuito ad aumentare l’audience, è un’attrice apprezzata e vederla in un ruolo drammatico mi ha piacevolmente sorpreso. Come regista ha fatto un buon lavoro, portandoci negli anni difficili che hanno preceduto il Boom economico, quando ancora l’Italia non sapeva se sarebbe diventata Repubblica. In questo un ruolo determinante hanno avuto le donne che sono andate in massa a votare, orgogliose di poter dire finalmente la loro. Oggi avere un certificalo elettorale sembra una cosa ovvia, ma solo fino a 75 anni fa era una chimera.

Un film da vedere, gradevole, con alti e bassi, ma che fa trascorrere due ore in sala senza scalpitare nella poltrona.Consigliato.


Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: