Buona Pasqua!

Buona Pasqua a tutte le persone che mi conoscono, sono ancora in tempo?

Oggi ho voluto andare in centro a Firenze, mi sarebbe piaciuto assistere allo scoppio del carro; pensavo che fosse a mezzogiorno e invece quando sono arrivata era già successo tutto, le persone stavano già  defluendo da Piazza del Duomo e ho dovuto consultare internet per sapere che lo scoppio era andato bene, la colombina ha fatto il suo dovere e ora, secondo la tradizione, si spera un anno di prosperità.

Mi è dispiaciuto, ma da un certo punto di vista è stato meglio così. La folla era incredibile ancora dopo 1 ora dallo scoppio e probabilmente io avrei solo sentito il rumore, ma non avrei visto niente. A questo punto ho deciso di andare verso Palazzo Strozzi per vedere la mostra in corso: “Reaching for the stars” (Raggiungere le stelle). Ne da bene l’idea il razzo che troneggia nel cortile, un’opera di Goshka Macuga dal titolo “GONOGO“. Il nome di questa opera ricalca le parole che si dicono quando deve partire un razzo “Go, No go” cioè “bene non bene”. L’artista è una donna di origine polacca, chi l’avrebbe detto!

La mostra è un insieme di opere di artisti contemporanei, alcuni conosciuti, altri meno. Quello che conosco di più, forse perché è italiano è Maurizio Cattelan. Ho apprezzato anche un’opera di Shirin Neshat, artista iraniana che amo molto e che già conoscevo. 

Naturalmente ho preso un’audio guida perché è impossibile seguire una mostra di arte contemporanea senza una guida che dia dei riferimenti sulle opere esposte.

Mi è piaciuto molto il contrasto dell’orso polare di Paola Pivi che ha ricoperto un animale grande e grosso come un orso con piume di pulcini, un contrasto irresistibile anche nella posa in cui è sistemato l’orso che sembra più un cucciolo che un animale pericoloso. 

Nel complesso una bella mostra, senza troppi scossoni, abbastanza prevedibile nei suoi presupposti artistici: contrasto tra ciò che si vede e realtà, studio dell’identità di genere. Bell’opera di Lucas Sarah, questa volta un uomo, dal titolo “Nice tits” (Belle tette) che riduce il corpo femminile a un ammasso di tette che richiamano le dee della preistoria. Mi è anche piaciuta la sezione video con filmati di ogni genere, anche provocatori, e la sala che raccoglie centinaia di prime pagine di quotidiani il giorno dopo l’11 settembre2001.

In definitiva una mostra che può dare molti spunti di riflessione.

Ho fatto tantissime fotografie che probabilmente mi serviranno anche da spunti di scrittura, perché l’arte serve anche a questo ad aprirci porte di memoria, a fare collegamenti con la nostra realtà quotidiana.

Una Pasqua diversa, che però mi ha lasciata soddisfatta, anche se stanchissima. L’autobus non arrivava mai e sono arrivata a casa con i piedi che mi facevano male. Ma questi sono solo piccoli inconvenienti dell’età! 


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