Andare all’indietro


A volte succede qualcosa che all’improvviso apre uno squarcio sul passato e riporta avvenimenti e parole che si erano depositate sulla carta virtuale del computer e sono così attuali che mi chiedo come sia possibile.

Nel post di 7 anni – che trascrivo sotto – fa emergono pensieri e persone che in questo momento stanno camminando sul crinale e che sono così vicine, così presenti da suscitare fitte dolorose di mancanza. Un tramonto così bello sul Monte Cimone e nello stesso tempo così drammatico nei suoi colori mi fa stare col fiato sospeso nell’attesa di notizie che potrebbero arrivare da un momento all’altro. Nel post parlo di me che cammino sul crinale della vita, ma purtroppo non ho più chi mi sorregge, e devo stare sempre più attenta per non precipitare. Le mani che stringevo sono sparite o lontane e io cammino piano, un passo dopo l’altro con prudenza. Passi che mi fanno stare sul filo della vita e la scrittura mi aiuta a guardare avanti, anche se sono consapevole di quello che sta dietro. Leggere e ricordare mi aiuta a rendere più ricca la mia esistenza e ad affrontare quello che verrà con serenità.

Sei anni fa guardavo a 13 anni indietro oggi a 6 anni fa, ogni volta mi giro e grazie alla scrittura riesco a vedermi, a specchiarmi nelle parole che saranno sempre mie compagne di viaggio.

Sono stata riportata indietro di colpo di 13 anni, quando mi ha raggiunto la parola crinale.
Ho rivissuto il periodo di Citerna, ho ricordato la bellezza delle parole che arrivavano e comparivano davanti agli occhi e alla mente con un “plof”, come gocce che cadevano e risuonavano in cerchi sempre più larghi.
Ho letto quello che avevo scritto allora e non mi ci ritrovo, troppo sbrigativa la scrittura. Non mi piace? E allora non scrivo niente! Troppo facile.
Poi mi sono ricordata che stamattina girellando in rete ho trovato una cosa che mi ha fatto pensare al crinale. Una persona che conosco ha perso il compagno, credo almeno che fosse il compagno, perché in rete non sai mai chi sia la persona di cui stai parlando a meno che tu non la conosca bene.
Non importa, poteva essere chiunque.
La pagina Facebook della persona morta era cambiata. Si intitolava “In memoria di….”
Allora mi sono chiesta chi avesse cambiato la pagina e che forse anche in rete e sul social ci deve essere una specie di crinale, qualcosa che delimita il di qua e il di là.
La linea frastagliata delle montagne nasconde come una lama ciò che sta dietro, che non si vede, ma c’è. La linea retta di un taglio come i quadri di Fontana, apre uno squarcio rivelando il buio del dietro, la mano che ha tagliato ha composto la salma in un cimitero virtuale, eterno fino a che non durerà FaceBook.
Fino a poco fa, il crinale che nascondeva il prima dal dopo erano riti pietosi, canti e aspersioni di acqua benedetta, oggi è un clik che cambia il titolo su uno schermo e le professioni di dolore sono messaggi di sorpresa, di chi lontano dal luogo fisico del morto ne apprende la dipartita.
Mi sono venute in mente tutte le volte che qualcosa nasconde l’al di là, l’invisibile, una montagna, ma anche la semplice linea dell’orizzonte, il sottile confine tra ciò che c’è, è tangibile, e tutto ciò che forse non c’è perché invisibile.
Anche la morte è un crinale che si valica, è una linea sottile su cui si può camminare, una lama che taglia, un filo su cui dondolare, un ponte da attraversare.
Ho riletto gli scritti di Bea del 2002 ed ho capito perché mi sono innamorata di lei della sua bellissima testa pensante, della sua anima, del suo essere donna e bambina, saggia e leggera, scettica e incantata.
Da allora ho camminato sul crinale della conoscenza, della curiosità, cercando sempre di non cadere, braccia larghe a fare da bilanciere, passo dopo passo.
A volte qualcuno mi ha sorretto, con qualche colpetto, o con una mano stretta alla mia.
Il crinale è ancora laggiù, lontano, ma potrebbe avvicinarsi all’improvviso, come dice Bea sul crinale di un’onda o su una duna di deserto. Rubo le sue parole perché io non potrei fare di meglio:

Domani le dune – mobili crinali nel vento del deserto –
Domani le onde – mutevoli crinali nei mari –
Domani le praterie – evanescenti crinali tessuti d’aria –
Domani – ancora da un ruvido crinale alpino
Andrò a toccare quel taglio nel cielo.

La foto del tramonto sul monte Cimone l’ho scattata io.

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